Sri Lanka, ferito un giornalista di Terni

Attentati nel paese asiatico: il cronista di Repubblica Raimondo Bultrini era vicino alla chiesa di Sant’Antonio quando c’è stata nuova esplosione. Ferito alla gamba. Il suo racconto

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«Giunti a trecenti metri dalla chiesa di Sant’Anthony la strada era chiusa per il ritrovamento avvenuto lunedì mattina di un’auto sospetta poi risultata piena di esplosivo. Il tempo di avvicinarmi all’incrocio e chiedere informazioni a un residente e un’esplosione violenta davanti a me ha scatenato un inferno di fiamme proprio nel punto dove si trovava l’auto, subito completamente avvolta dal fuoco. Come tutti sono scappato in cerca di rifugio con la sensazione che la città intera sia ancora a rischio, disseminata di ordigni inesplosi o telecomandati: un sospetto condiviso da un ufficiale giunto sul posto assieme a decine di agenti e soldati di scorta agli artificieri e ai vigili del fuoco». È una parte del racconto del giornalista professionista – nonché scrittore – Raimondo Bultrini, 62enne nativo di Terni: il cronista di Repubblica era sul posto per andare a vedere i luoghi colpiti dagli attentati – oltre 300 vittime – in Sri Lanka nel giorno di Pasqua ed è rimasto ferito ad una gamba in seguito al nuovo scoppio di un ordigno.

Foto Facebook Raimondo Bultrini

L’esplosione

A raccontare cosa è accaduto è lui stesso attraverso un articolo pubblicato dall’edizione online de La Repubblica. Bultrini spiega che domenica pomeriggio aveva visitato i tre grandi alberghi sul lungomare di Colombo e quindi si era spostato in direzione della chiesa di Sant’Anthony, altro luogo colpito dagli attentatori: «Nella città semideserta – spiega il giornalista di origini ternane, da anni residente fuori regione – c’erano pochi soldati e poliziotti a controllare che nessuno tranne i pochi clienti rimasti varcasse le porte dello Shangri-la, del Cinnamon e del Kingsburi dove sono morti all’ora della colazione più di cento donne uomini e bambini». Poi l’esplosione: «All’improvviso si è scatenata molto violenta, le fiamme erano alte sette metri. Ho sentito un’onda calda che mi spostava e una scheggia mi ha colpito sotto il ginocchio; la colonna di fumo ha continuato a levarsi a lungo dalla strada subito chiusa al traffico e al passaggio mentre gli agenti della sicurezza giunti in forze ci ordinavano di allontanarci dal quartiere. Lungo la strada abbiamo incontrato altre transenne attorno alla stazione dei bus dove è esplosa un altra bomba, forse disinnescata alla meglio come la prima».

Ferito alla gamba

Il 62enne giornalista professionista si è quindi reso conto di essere ferito: «Solo a questo punto ho notato le macchie di sangue sui pantaloni sotto al ginocchio. Nell’ospedale di Negombo – prosegue nell’articolo – dove sono ricoverati decine di feriti dell assalto suicida alla chiesa locale che piange la gran parte delle vittime, i medici hanno disinfettato le escoriazioni ed escluso dopo i raggi X la presenza di schegge interne: ‘Stia attento dove va’ mi ha detto il dottore laconico. ‘Potrebbe non andarle sempre bene come oggi’». Bultrini lavora in forma stabile per Repubblica dal 1991 – esperienza anche a Paese Sera e L’Unità – come cronista politico e culturale dall’Asia.

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