Bimbo abbandonato ancora senza un nome

Terni, il corpicino ancora a disposizione della procura, solo dopo saranno chiariti gli aspetti formali. Il Comune pronto a farsi carico dei funerali, intanto indagini ad un bivio

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Ci sono le indagini, ancora in corso, poi ci sono gli aspetti burocratici e, non ultimi, quelli umani: ha tanti risvolti, complessi e delicati, il dramma della morte del neonato abbandonato dalla madre nel parcheggio dell’Eurospin di Borgo Rivo, che da giorni sta scuotendo Terni.

Le formalità di rito Francesco: così, intervenendo sulla vicenda, il vescovo Giuseppe Piemontese ha simbolicamente ribattezzato il piccolo, che di fatto, a livello ufficilale, un nome ancora non ce l’ha. Il suo corpicino è infatti tuttora a disposizione dell’autorità giudiziaria: l’esame autoptico come noto è stato svolto sabato, ma la consulenza del medico legale, il professor Mauro Bacci, non è ancora completa, potrebbero servire esami e riscontri ulteriori, anche per attestare che il bimbo – come emerso dai primi risultati – è nato vivo. Questione ancora di qualche giorno, probabilmente, poi la salma verrà messa a disposizione dei familiari. La madre ha già riconosciuto il cadavere, un gesto che implica anche il riconoscimento di maternità. Quindi spetta alla sua famiglia il compito di dare al piccolo un nome e un cognome (non è ancora chiaro se il riconoscimento avverrà anche da parte del compagno della giovane), che altrimenti verrebbe dato d’ufficio.

Le procedure Una volta espletate tutte le procedure formali – che vedranno impegnati da vicino gli uffici di Stato civile dell’Anagrafe comunale, che dovranno contestualmente redigere un atto di nascita ed uno di morte ma non hanno ancora ricevuto comunicazioni ufficiali dalla procura – arriverà il triste momento dei funerali, per dare al bimbo un degno saluto che, pur essendo rimasto troppo poco in vita, merita. Su questo punto l’assessore ai Servizi sociali, Marco Celestino Cecconi, annuncia che è intenzione del Comune farsi carico delle spese delle esequie. «Già dal momento del ritrovamento del corpicino, sia io direttamente che gli uffici, attraverso la funzionaria Daniela Argenti e l’assistente sociale Roberto Desi, abbiamo seguito passo passo tutta la vicenda» spiega Cecconi. «I servizi sociali sono intervenuti in modo massiccio, a stretto contatto con gli organi inquirenti. La nostra attività è stata tesa anche ad interessare alcune strutture del territorio per l’eventuale ricollocamento della bambina di due anni figlia della 27enne. Abbiamo dunque partecipato metro dopo metro e ora siamo pronti a dimostrare la vicinanza di tutta la città assumendoci l’onere dei funerali». Ma ovvio che il compito dei Servizi sociali, in una vicenda così delicata che vede coinvolta anche un’altra minore, non terminerà lì.

Indagine aperta Nel frattempo, gli inquirenti continuano il lavoro lavoro d’indagine per cercare di ricostruire un puzzle che ha ancora molti aspetti da chiarire, a partire dal ruolo che altre persone, al di là della madre, potrebbero aver avuto nell’infanticidio. Normale che gli occhi rimangano puntati sul compagno della 27enne, ascoltato approfonditamente dagli investigatori, che – secondo il racconto della ragazza – l’avrebbe accompagnata nel supermercato di Borgo Rivo dove è stato abbandonato il piccolo. Ma c’è anche da capire se davvero nessuno, tra parenti e amici, si sia accorto della gravidanza durante i nove mesi. La donna, intanto, dopo la confessione del gesto rimane a piede libero, ma ulteriori sviluppi potrebbero essere dietro l’angolo.

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