Terni, neonato morto: l’indagine è aperta

Autopsia: il piccolo sarebbe deceduto per asfissia. La madre ha riconosciuto la salma. Inquirenti al lavoro per ricostruire la vicenda

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Quando è nato, giovedì mattina, era vivo e vitale. E vivo lo era anche quando alcune ore dopo è stato condotto nel parcheggio dell’Eurospin di borgo Rivo, nel portabagagli dell’auto, all’interno di una busta della spesa con le maniglie in tela e con un asciugamano attorno. Purtroppo il piccolo trovato senza vita giovedì sera da una cliente del supermercato, in mezzo ad un’aiuola, sarebbe morto lì. Probabilmente per asfissia, fra il caldo, la stessa busta e la mancanza delle minime cure di cui un bimbo appena nato ha bisogno. Da quanto trapela, sarebbe questo l’esito generico – ma sul punto c’è il massimo riserbo – dell’autopsia eseguita sabato mattina dal professor Mauro Bacci presso l’istituto di medicina legale dell’ospedale Santa Maria di Terni. Successivamente, nel primo pomeriggio, la madre è stata condotta in obitorio dalla polizia di Stato per il riconoscimento formale della salma.

TERNI, NEONATO MORTO: IL FIORE DELLA BIMBA E DEL SUO PAPÀ

Nessun ‘fermo’ Intanto emergono nuovi dettagli sugli aspetti giudiziari e sulle dichiarazioni rese venerdì in questura dalla 27enne ternana indagata a piede libero dal pm Barbara Mazzullo e la cui posizione potrebbe ora aggravarsi anche alla luce dell’esito dell’esame autoptico. Per la giovane – si apprende – venerdì non è scattata alcuna misura cautelare personale né tanto meno il fermo di persona indiziata di delitto: deve solo restare a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ciò – si può dedurre – in ragione soprattutto della confessione resa venerdì. Ma non è detto che le cose restino così.

Le dichiarazioni rese Agli inquirenti, oltre a quanto già riportato, la donna – madre di una bimba di 2 anni – avrebbe anche spiegato di aver sempre avuto il ciclo mestruale durante l’arco dei nove mesi di gestazione. Solo negli ultimi tre mesi c’erano state delle perdite ematiche ‘sospette’, oltre a diversi dolori alla schiena. Aspetti che però non sarebbero mai stati approfonditi attraverso un solo controllo medico. «Speravo che qualcuno lo trovasse», ha dichiarato la 27enne alla polizia circa l’abbandono del figlio.

L’indagine intanto prosegue e finisce per focalizzarsi – giocoforza – su ciò che i familiari, in primis il compagno, operaio di origini straniere, sapevano o meno dell’intera vicenda. In sede di interrogatorio la 27enne, che vive con l’uomo e la figlia di 2 anni (ora affidata ai familiari della donna) in una zona semicentrale della città alle porte di borgo Bovio, ha dichiarato che la mattina del parto e dell’abbandono, aveva raggiunto il supermercato in auto insieme a lui. Ciò basta a capire che di aspetti da chiarire ce ne sono ancora diversi: la procura di Terni e la polizia di Stato sono al lavoro.

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