«Chiediamo perdono al piccolo ‘Francesco’»

Terni, così il piccolo abbandonato dalla madre è stato ribattezzato dal vescovo Giuseppe Piemontese. Il presule: «Compassione verso la donna e il suo compagno, vittime anche loro»

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«Chiamiamolo Francesco»: finora non ha avuto un nome – a darglielo ufficialmente dovrà essere la madre stessa o la famiglia di quest’ultima -, ma nella triste storia del neonato abbandonato giovedì da una 27enne nel parcheggio dell’Eurospin di Terni è il vescovo Giuseppe Piemontese ad avanzare la sua proposta. Lo fa attraverso un intervento in cui dice la sua in merito «ad uno dei gesti più innaturali e irrazionali che possano registrarsi in capo al genere umano».

La preghiera «La popolazione giustamente è allarmata e varie persone, associazioni e persino il consiglio comunale di Terni hanno voluto interpretare il comune sconcerto per l’abbandono e la morte del neonato – commenta Piemontese -. Credo che in questo momento tutti abbiamo bisogno di avvertire un sentimento colpa e di vergogna, e rivolgere una richiesta di perdono al piccolo, che non ha avuto neppure il tempo per trovare ospitalità in un mondo che spesso ama la vita e i bambini solo a parole. Allo stesso tempo vogliamo esprimere un supplemento di pietà cristiana, di compassione e di misericordia verso la madre e verso il padre, vittime di un vortice e di un sistema che non sa venire incontro a chi per i disagi e le ragioni più svariate non è sostenuto nelle difficoltà e criticità personali e relazionali, o posto in condizione di svolgere dignitosamente le funzioni essenziali dell’esistenza umana: sostentarsi, lavorare, amare, generare, crescere ed educare se stesso e i propri figli».

Le piaghe «L’infanticidio, l’aborto, la tratta dei bambini, l’abuso dei minori in tutte le forme abominevoli, la pedopornografia, l’abbandono e altre forme di violenza – continua il vesvoco -sono purtroppo delitti contro i quali la società deve agire con consapevolezza e determinatezza. E tuttavia occorre un’azione propositiva: favorendo l’amore alla vita, sostenendo le famiglie moralmente e concretamente, promuovendo la formazione e la scuola, creando condizioni di vita dignitose, adoperandosi per una società più umana e accogliente».

L’appello per Terni Poi un pensiero più generale alla città. «In questi ultimi tempi Terni – conclude il presule – si è ritagliata uno spazio, quasi giornaliero, sulla stampa nazionale per fatti di cronaca, notizie, eventi sociali e politici, curiosità e amenità varie.Voglio augurare e prego il Signore che la città di san Valentino, patrono degli innamorati e della famiglia, possa avere in tutte le componenti civili e religiose, un sussulto di responsabilità e di generosità per indicare e donare, ad ogni persona, ragioni di vita e segni di speranza in una società animata dall’amore».

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