Briccialdi: «Lo sponsor principale sono io»

Terni, il direttore dell’istituto musicale replica alle critiche mosse alla gestione, ma non spende neanche una parola sui debiti

Condividi questo articolo su

di Gabriele Catalucci
Direttore ISSM ‘G.Briccialdi’ Terni

Egregio Direttore,
sono costretto a replicare all’articolo apparso in data 3 luglio su umbriaOn che, più che uno scoop giornalistico, appare a me, e credo anche ai lettori più attenti delle varie testate ternane, un esercizio di ricerca storica. Tutto il contenuto del pezzo è infatti già stato oggetto di ampio dibattito nel corso degli ultimi due anni e risulta essere, punto per punto, il cavallo di battaglia di un esponente di un sindacato, la Cisl, (peraltro citata nel pezzo stesso) sul cui ruolo nella vicenda mi sono a suo tempo abbondantemente espresso. Piuttosto mi domando a chi giovi riproporlo oggi in un momento così delicato della vita dell’Istituto.

L’unica differenza è che qui, al contrario degli anni passati la sua fonte si cela dietro la locuzione “una persona” che avrebbe prodotto il corposo dossier i cui contenuti, lo ripeto, sono già stati largamente discussi da almeno due anni.

L’anonimato che umbriaOn garantisce a questa “persona” mi sembra da solo qualificare tutta la vicenda: chi è convinto di voler giovare alla causa del Briccialdi e al bene della città difficilmente si cela dietro un gesto così poco coraggioso.

Il fatto è che mettere continuamente in discussione la correttezza dell’operato mio e del Presidente, e conseguentemente di Consiglio accademico, Consiglio di Amministrazione e Collegio dei Revisori con affermazioni palesemente inesatte (come quella sui due colleghi che per un risibile numero di ore collaborano con l’Istituto e rientrano nella più perfetta legalità come è stato esaurientemente spiegato agli uffici competenti) può esporre al rischio di doverne rispondere in sedi diverse dalle pagine dei giornali.

E dunque nei riguardi “della persona” che risulta essere il suo informatore forse più che di vigliaccheria è corretto parlare di prudenza. Riveli la sua fonte, Direttore! Se questa dichiara di voler “sostenere l’istituto” ed è veramente mossa da nobili intenti nei confronti degli oltre trecento studenti che hanno affidato a Terni la loro formazione musicale provenendo, oltre che dalla nostra provincia, anche da altre regioni italiane e da diversi paesi, non potrà che riceverne l’incondizionata loro gratitudine. Faccia in modo che questo merito gli (o le) venga pubblicamente riconosciuto!

Riguardo al merito delle sconvolgenti novità contenute nel “corposo dossier”, dovendo presiedere da domani una sessione di tesi di quattro giorni, mi perdonerà se mi limito a destinare il mio tempo ad un “copia/incolla” di mie risposte già fornite alla stampa lo scorso anno:

2 agosto 2015: «I docenti in organico – spiega Catalucci – non sono 70 ma 34 cui si aggiungono 18 professori a contratto, che pesano sul bilancio per meno del 4%. I primi percepiscono uno stipendio per l’intero anno, i secondi vengono retribuiti per le sole ore di insegnamento prestato che, fatta eccezione per la cattedra di Chitarra Flamenca, unica in Italia, non superano la media di 90 ORE ANNUE sulla base di una retribuzione MASSIMA di 50 euro lordi l’ora». «Da quando è in essere la convenzione, Palazzo Spada non ha mai versato [pur prevedendo la convenzione il completo sostegno all’Istituto, nulla che potesse permettere] di pagare i comandati, ma solo i fondi per la gestione».

4 agosto 2015: «sembra non voler(si) comprendere che è intervenuta una riforma che ha radicalmente mutato la fisionomia dei Conservatori italiani rendendo necessario, ad esempio nel nostro istituto, aggiungere ai 34 dipendenti 18 contrattisti e la differenza tra dipendente e contrattista, pagato per un pugno di ore, dovrebbe essere ben chiara a chi si occupa di sindacato».

Dei due colleghi ex dipendenti ho già detto sopra riguardo l’inconsistenza dell’accusa e la grave ignoranza della normativa; della signora Poggiani si è riportata, correttamente, la dichiarazione ma non si è detto che ricopre due ruoli (Direzione amministrativa e di ragioneria e avrebbe perfino diritto ad una doppia indennità che non percepisce) con notevole risparmio. Risparmio che si è ottenuto anche con la mia decisione di rinunciare all’opzione della sola direzione prevista dalla legge. In sei anni l’Istituto avrebbe dovuto pagare 78 mensilità ad un supplente che avrebbe dovuto sostituirmi con un aggravio (considerato lo stipendio base di un docente) di circa 180.000 euro complessivi.

Caro Direttore, dopo il Comune di Terni e la Fondazione Carit, visto lo sforzo notevolissimo che questo mi è costato, fino ad oggi il principale sponsor del Briccialdi sono io!

Come richiesto, ho pubblicato integralmente la lettera del professor Catalucci. Faccio solo qualche considerazione: qui a umbriaOn non andiamo a caccia di scoop (magari il professore è abituato male); ringrazio il professore per aver destinato un po’ del suo prezioso tempo alle nostre amenità, ma il farlo notare (posso dirlo?) appare decisamente poco elegante; come pure il richiamo alla possibilità di «rispondere in sedi diverse» (di nuovo, forse il professore è abituato male): qui non facciamo, ma nemmeno accettiamo, minacce. Da nessuno. Peraltro il professore – sicuramente per il poco tempo che poteva dedicarci – non spende una parola sul pesante indebitamento del ‘Briccialdi’, ma tant’è. Capita spesso che la stima che le persone riservano ad altre persone dipende non da fatti oggettivi, ma dal livello di gradimento che viene riservato alle cose che vengono dette o scritte. Se ho perso quella del professor Catalucci, me ne dispiaccio, ma credo di potermene fare una ragione.

Marco Torricelli

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli