«Cacciata perché chiedeva di essere visitata. Non va bene»

Terni – La protesta di una cittadina che racconta quanto accaduto ad una sua familiare

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«Cacciata in malo modo dal reparto dove era andata perché non riusciva a respirare. Il tutto nonostate i giorni precedenti fosse stata visitata a pagamento». A riferire l’accaduto è una familiare della donna, di circa 60 nni di età, che giovedì mattina sarebbe stata allontanata da un medico, apicale di un reparto dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’ di Terni, «perché – spiega la familiare – a suo dire non era quella la modalità di accedere. Questa cosa, piuttosto triste, apre numerose riflessioni. In primis il fatto che una paziente sottoposta, su indicazione del primario che l’aveva visitata, a specifici esami compresa una tac, non sia stata minimamente considerata a fronte di uno stato di salute serio. In secundis, il mio ragionamento attiene proprio l’ospedale. Che un tempo era davvero un polo d’eccellenza e ora si trova a rincorrere, tamponare, fare i conti con pazienti che per diverse specialità scelgono di spostarsi fuori Terni. Ma io mi chiedo: i ternani non hanno più a cuore il loro ospedale? Tante ne abbiamo dovute subire dalla politica nel corso degli anni: non basta?». Tornando al caso di specie, per la donna è «impensabile che un professionista decida di non assistere una paziente in difficoltà. Comprendo tutto ma non la scortesia. Noi paghiamo tasse, visite e tutto quanto, anche quando ci sono seri dubbi sulla bontà dei professionisti che ci prendono in carico. Di fronte a questo stato di cose, il paziente non può e non deve essere un numero. Lo dico in primis a tutela dei bravi professionisti che ancora lavorano nel nostro ospedale e che ‘resistono’, nonostante tutto».

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