Calendario carabinieri, fra storia e futuro

E’ stato presentato a Terni ed a Perugia insieme all’edizione 2017 dell’agenda. Prefazione curata dal comandante generale Tullio Del Sette

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Presentato anche in Umbria il calendario storico dei carabinieri 2017, incentrato sul tema ‘I simboli dell’Arma’. A Terni ed a Perugia i dettagli della nuova pubblicazione, unitamente all’agenda dell’Arma 2017, sono stati illustrati rispettivamente dai colonnelli Giovanni Capasso e Cosimo Fiore, comandanti provinciali.

La copertina del calendario 2017 dell'Arma

La copertina del calendario 2017 dell’Arma

La prefazione è curata dal comandante generale Tullio Del Sette: «I simboli – scrive – sono rappresentazioni estetiche dell’essenza; essi colgono in profondità meglio il cuore delle cose. È dunque ai propri simboli che l’Arma dedica l’edizione 2017 del calendario storico, presentandoli attraverso i diversi stili con i quali l’arte grafica si è manifestata nel tempo, a partire dal 1814, anno di nostra fondazione. La grafica, la più diffusa e comune delle espressioni visive, fatta di linee e colori definiti e chiari quanto attenti ai cambiamenti della società, è parsa strumento artistico idoneo a rappresentare il modo di essere carabiniere, cittadino e soldato della legge, votato alla prossimità e al servizio di ciascuno e di tutti, sempre interprete del suo tempo, con il cuore e la mente al futuro. I due carabinieri in copertina, inseriti nell’aura rossoblu dell’Arma, l’uno con l’uniforme bisecolare e l’altro con quella attuale, ambedue espressione di presenza attiva, vicina e amica, garanzia di sicurezza e tangibile segno di fedeltà, vegliano alla tutela della nostra gente e dei nostri agglomerati urbani. Nel classico carattere ‘Bodoni’ di inizio ‘800, è l’abbreviazione ‘CC’ della parola ‘carabinieri’ che, su suggerimento del grafico Armando Milani, apre il percorso artistico: l’una racchiude al suo interno il contributo dell’ultracentenario, raffinato intellettuale e artista Gillo Dorfles, che ringrazio per l’affettuosa vicinanza e la profondità del pensiero, e il giudizio critico, dotto, arguto e avvincente di Philippe Daverio, anche quest’anno prestigioso collaboratore del nostro progetto culturale e artistico insieme alla bravissima Silvia Di Paolo; l’altra contiene la mia presentazione. Quindi la sequenza delle tavole mensili, tutte sviluppate con lo stesso criterio: a destra la tavola che riprende il simbolo dell’Arma prescelto e, a sinistra, nella stessa grafica, la pagina correlata contenente notizie storiche sul simbolo e sul segno d’arte che lo raffigura».

Le ‘tavole’ La tavola di Gennaio non poteva che essere dedicata alla carabina, dalla quale l’Arma prende il nome, realizzata in una grafica ottocentesca; fa da scenario la città di Torino dove i carabinieri sono nati con le Regie Patenti del 13 luglio 1814. In quella di febbraio, nello stile Vittoriano tipico della seconda metà dell’800, campeggia, altero e maestoso, l’Elmo dei Corazzieri con, sullo sfondo, la Firenze capitale d’Italia che nel 1868 li tenne a battesimo. A Marzo è l’Art Nouveau, raffinata espressione artistica e culturale di fine ‘800, a rievocare, con le sue forme sinuose ed eleganti, la Daga del Carabiniere. Per aprile, il tratto sobrio e raffinato del Wiener Werkstätte, in voga ai primi del ‘900 in una Vienna cuore pulsante della cultura europea, esalta l’Alamaro dei colletti. Il Futurismo, pressoché coevo e più italiano, fa da cornice, nel mese di maggio, alla Bandoliera e alla inscindibile Giberna, segni inconfondibili del carabiniere in servizio. La Banda Rossa dei pantaloni, ulteriore arcinoto e antichissimo segno, viene proposta nel mese di giugno nello stile Bauhaus degli anni ’20 del secolo scorso, in uno scenario originalissimo ed evocativo. Nella doppia pagina centrale la Fiamma, con un segno grafico contemporaneo, è proposta in una elaborazione geometrica nitidissima, cristallina come l’Arma; essa filtra la luce chiara e intensa della passione e della dedizione del carabiniere, trasformandola nei colori della bandiera, a testimonianza del quotidiano e generoso impegno per l’Italia e gli italiani. La narrazione prosegue nei mesi di luglio e agosto con due elementi uniformologici: il Pennacchio rosso-blu della Grande Uniforme Speciale, a simboleggiare con i suoi colori il coraggio e la fedeltà, e il Mantello, foderato di staglia rossa; immagini dell’Arma tra passato, presente e futuro. A rappresentarli, rispettivamente, gli stili Art Déco e Razionalista, espressioni della grafica degli anni ’30 e ’40 del ‘900. Le rotonde forme dell’Optical Art degli anni ’60 disegnano, per settembre, la Lucerna, emblematico copricapo del carabiniere dalle origini. La tavola in stile Hippie degli anni ’70 del mese di ottobre è dedicata al Basco: le sue diverse colorazioni richiamano i reparti che lo indossano, dal blu tradizionale, al rosso dei Cacciatori, all’amaranto dei Paracadutisti, al nero della Linea Mobile, al celeste dei carabinieri delle missioni ONU e al verde di quelli Forestali. La Saetta e il numero di emergenza 112, espressioni visive del pronto intervento, vengono illustrati nell’inconfondibile stile Pop degli anni ’80 nella tavola di novembre. La grafica contemporanea del mese di dicembre propone il polso di un carabiniere il cui orologio ci rivela cos’è l’Arma: l’insieme armonico, di tutti i suoi carabinieri – richiamati dai gradi in cerchio della pagina a fianco – che animano, compatti, le sue componenti, evidenziate cronologicamente dai simboli che le contraddistinguono, dall’ultrabicentenaria Territoriale, alla nuova Forestale. Esse, come perfetti ingranaggi di un organismo performante e vibrante, con la loro efficacia, autonoma e sinergica, rendono l’Arma così attenta, efficiente e utile e le consentono di guardare al futuro con ben riposta fiducia. Nella tavola finale, sublimata dalla pagina a fianco che rende il tradizionale, doveroso omaggio alle decorazioni concesse alla Bandiera eda gli Eroi dell’Arma, si ribadisce, con una tecnica affatto moderna e avveniristica, l’imprescindibile valenza dell’elemento umano che, per il Carabiniere, viene prima di ogni altro, professionale e tecnico. In carattere ‘Helvetica’, il più diffuso al mondo, le parole Etica alla base e, quindi, Onore, Integrità, Rispetto, Competenza, Impegno, Efficienza, Coesione, Serenità, Tradizione, Fedeltà e, infine, Fede, attraverso gli elementi orizzontali delle ‘E’ che li accomunano, costituiscono i pioli di quella scala di virtù e qualità, ideata ancora da Milani, che conducono’ Fiamma dell’inconfondibile Berretto rigido nero, che le racchiude tutte: faro che illumina lo sguardo, l’orizzonte, il pensiero e l’azione, come dev’essere fuoco che scalda il cuore, del Carabiniere. Traspare il volto, assorto, impegnato e sereno, dello stesso giovane commilitone che in copertina, si affianca a quello più anziano, ispirato dagli stessi valori.

L’agenda dell’Arma dei carabinieri 2017 si rinnova e si aggiorna nel 38° anno della sua pubblicazione (risale infatti al 1979 la prima edizione). Cambia il formato. Cambia la copertina nelle dimensioni, nel colore e nella grafica con la Fiamma; la costola si tinge di rosso. Il diario è su base settimanale, con possibilità di rinvio a un’ampia parte destinata alle note. Le informazioni sui comandi dei carabinieri e sui reclutamenti sono rese fruibili attraverso codici QR, leggibili con smartphone e tablet che rimandano alle pagine del sito www.carabinieri.it e dei social network istituzionali. Altri codici QR consentono l’accesso ad altre notizie sull’Arma, sulla sua storia e sui periodici: il nuovo ‘Notiziario Storico’ e i tradizionali ‘Il Carabiniere’ e ‘Rassegna dell’Arma’. Si arricchisce la rubrica sulle date importanti dell’Arma. Viene riproposto l’ampio inserto storico, introdotto come novità lo scorso anno con le cronache sul centenario della Grande Guerra e il settantennale della liberazione. Quest’anno è dedicato alla musica nell’Arma e rende omaggio alla Banda musicale e alle Fanfare dei carabinieri. È un dettagliato excursus sulla storia dei complessi musicali dell’Arma, impreziosito da curiosità e tante immagini, per lo più inedite, curato dal Generale B. Claudio Domizi e dal Maestro Tenente Colonnello Massimo Martinelli. Brani scelti del loro vastissimo repertorio potranno essere ascoltati ricorrendo all’ulteriore codice QR che apre la sezione. A introdurre testo monografico, gli autorevoli interventi di due straordinari esponenti del panorama musicale internazionale: il compositore Michele Dall’Ongaro, presidente – sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, e Sir Antonio Pappano, direttore d’orchestra di impegni e di fama mondiali, direttore musicale della stessa prestigiosa accademia nazionale.

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