Cantamaggio: «Carri ok, poi si cambierà»

L’assessore alla cultura Andrea Giuli in seconda commissione: «Convenzione di transizione con meno soldi. Ma serve altro»

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«Nessuna marcia indietro, nessuno ha mai detto che i carri non si vogliono fare. Si tratta di un evidente fraintendimento frutto di un iniziale confronto con i vertici del Cantamaggio, confronto basato sulle criticità». A fare chiarezza è stato l’assessore alla cultura Andrea Giuli lunedì mattina in 2° commissione consiliare, dove è stato discusso l’atto di indirizzo relativo al rinnovo della convenzione tra il Comune di Terni e l’Ente Cantamaggio in vista della scadenza a fine 2018. La commissione ha deciso l’audizione – il 17 ottobre alle 11 – dei vertici del Cantamaggio e per la prosecuzione dell’esame dell’atto di indirizzo.

La convenzione con l’Ente Cantamaggio

Nel confronto iniziale, ha spiegato Giuli, «l’Ente Cantamaggio aveva affermato metodi e cifre perentorie che questo assessorato non ha potuto accettare anche per le note questioni economiche del Comune. Ora, con i vertici del Cantamaggio ci siamo seduti ad un tavolo e per venerdì 12 ottobre conto di arrivare a qualche risultato. La convenzione scade il 31 dicembre e l’attuale vertice sarà in carica fino ai primi mesi del 2020. Stiamo discutendo su una convenzione di transizione. In merito alla convenzione sarà necessaria una riduzione degli importi. È opportuno, al termine della scadenza, un cambio di governance e di strumenti di gestione». L’assessore ha ribadito di non essere «contrario ai carri e non sarò io ad abolirli, mettendo fine a una tradizione ultrasecolare, essi rappresentano l’asse centrale della festa, ma la manifestazione va profondamente ripensata. Promuoveremo un comitato scientifico che accompagni il cambiamento».

«Rivedere la festa» 

L’obiettivo dell’atto di indirizzo «è avviare l’iter per il rinnovo della convenzione – ha sottolineato il consigliere Francesco Filipponi (Pd), firmatario dell’atto insieme ad Alessandro Gentiletti (Senso Civico) e Paolo Angeletti (Terni Immagina) – vista l’imminente scadenza. Toccherà alla giunta stabilirne la durata e l’importo che, data la situazione di dissesto, dovrà essere ricalibrato». Il consigliere Federico Brizi (gruppo misto) ha espresso apprezzamento «per l’intenzione di proseguire con questa tradizione e per il non volerla interrompere. Concordo con la necessità di ripensare la festa purché essa non venga snaturata, ma ne vengano rispettati i tratti identitari, di unicità, che la distinguono dall’essere una semplice festa di primavera come tante». Patrizia Braghiroli (M5S) sposa «in pieno quanto affermato dall’assessore Giuli in merito ad un ripensamento in toto della manifestazione e non sono favorevole al rinnovo della convenzione, ritengo utile, altresì, chiedere un’audizione dei vertici dell’Ente Cantamaggio per conoscere i dati del loro bilancio e continuare a studiare le carte partendo proprio dalla convenzione in scadenza». Infine, l’intervento di Paolo Cicchini (Lega): «Il Cantamaggio appartiene alle nostre tradizioni, ma va certamente modificato, non è detto che la tradizione debba necessariamente coincidere con il cattivo gusto, del resto nel corso degli anni la manifestazione è già stata modificata ed è giunto il momento di farlo tornare ad essere un Cantamaggio antico, delle origini, con il coinvolgimento di tutte le realtà presenti nel nostro territorio, ad iniziare dal mondo della scuola».

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