Caos traffico, ospedale e Pd Terni: De Rebotti a ruota libera

‘Tre domande a…’ – Il sindaco di Narni parla della situazione del viadotto Montoro ma anche di sanità e dell’ospedale unico di Narni e Amelia. E risponde alle accuse del Pd di Terni

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Inauguriamo con il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, la nuova rubrica di umbriaOn ‘Tre domande a…’ con cui, in maniera snella ma non superficiale, cercheremo di contribuire al dibattito su alcuni dei temi di maggiore attualità.


Caos traffico a Narni

Sindaco De Rebotti, in quanto tempo verrà riaperto il viadotto Montoro la cui chiusura tanti problemi sta creando soprattutto al suo territorio? Teme ritardi rispetto al termine indicato da Anas e Regione a fine luglio?

«È trascorso un mese dall’inizio dell’emergenza e sui tempi di riapertura, anche parziale, del viadotto Montoro, non abbiamo notizie diverse, tantomeno indicazioni più precise. Ritengo assurdo e inaccettabile brancolare ancora nel buio, perchè il nostro territorio è sottoposto, ogni ora ed ogni minuto, ad un’aggressione del traffico mai vista prima. Non capisco come Anas, dopo diverse sollecitazioni non solo mie ma anche da parte del questore di Terni, non avverta la responsabilità di comunicare ufficialmente non solo le caratteristiche del problema che si è verificato, che ad oggi appare ancora non noto, ma anche modi e tempi certi di intervento e riapertura. Una situazione che deve suscitare interrogativi non solo nel sottoscritto, ma anche nelle istituzioni umbre, in particolare la Regione la cui presenza è stata registrata solo in una visita al viadotto da parte dell’assessore Melasecche che celebrava la grande efficienza di Anas proprio rispetto ai tempi dei lavori che, invece, restano ignoti. Nessun cenno al contrario, in quell’occasione, ai problemi del nostro territorio e dei tanti cittadini che abitano lungo le strade attraversate oggi da auto e camion in misura sproporzionata. Sono sicuro che si farà in fretta ma c’è bisogno di sapere ufficialmente i tempi. Sono preoccupato al contrario dal silenzio e dalla sottovalutazione dei problemi che stiamo registrando in termini di sicurezza per i cittadini, per lo stress a cui sono da tempo sottoposti».

Gli ospedali di Narni e Amelia

Non sembra tirare una buona aria per l’eterno progetto dell’ospedale unico di Narni-Amelia. In termini di idee da parte di chi governa la Regione, sembrano trovare spazio, piuttosto, il nuovo nosocomio a Terni e un’azienda ospedaliero universitaria unica in Umbria. Ha anche lei il sentore che l’idea-Cammartana possa essere sorpassata da altre a cui l’attuale giunta sembra tenere di più?

«Solo uno sciocco o uno che passa per caso dalle nostre parti, potrebbe mettere in parallelo, o peggio ancora in competizione, il progetto dell’ospedale unico di Narni-Amelia con un’eventuale nuovo nosocomio a Terni. Intanto l’ospedale di Narni-Amelia non è più un ‘progetto’ ma un intervento che è iniziato: Regione Umbria e Usl hanno sin qui investito 3 milioni di euro per una progettazione esecutiva che è stata consegnata lo scorso fine settimana alla direzione regionale della sanità e sono state già espropriate le aree dove realizzare la struttura. Se qualcuno deciderà di interrompere il progetto, dovrà spiegare ai cittadini di questa parte di Umbria, e non solo a loro, il perché siano state spese tali risorse. Inoltre l’ospedale unico di Narni-Amelia, come già lo sono le attuali strutture ospedaliere di Narni e di Amelia, sarà essenziale per il ‘Santa Maria’ di Terni o per il nuovo ospedale che dovesse essere costruito a Terni. Ciò in ragione del fatto che quello di Terni resterà un polo ospedaliero di alta specializzazione, mentre i nostri presìdi possono occuparsi del territorio, nell’ottica dell’integrazione di bassa e media specializzazione soprattutto nell’ambito chirurgico. In questo senso ho pienamente condiviso il progetto di integrazione presentato dal commissario straordinario della Usl2, Massimo De Fino, la cui riconferma non può che farmi piacere. Il tema su cui misureremo la qualità progettuale della giunta Tesei sarà la volontà di continuare ad investire sull’ospedale unico di Narni-Amelia come presidio pubblico, e di servizi pubblici, essenziale per il nostro territorio e per l’Umbria. In particolare per interrompere i flussi mobilità delle cure verse altre regioni. Va visto come un presidio del nord del Lazio, della Toscana orientale e del sud dell’Umbria. Sgomberiamo il campo dai malintesi: la scelta appartiene unicamente alla Regione e, ad otto mesi dall’insediamento, è ora che prenda il progetto esecutivo consentendo alla Usl2, ovvero al soggetto attuatore e non finanziatore, di metterlo a bando per la costruzione. Nel frattempo si ragioni pure di ipotesi come il nuovo ospedale ‘Santa Maria’ e, possibilmente, la si smetta con la pantomima sull’attivazione del Mes che anche la nostra regione dovrebbe sostenere con forza».

La sede del Pd di Terni

Nei giorni scorsi il Pd di Terni ha bacchettato i sindaci di centrosinistra per questioni relative alla nomina nel cda del Servizio Idrico dell’ex sindaco di Ferentillo, già segretario provinciale del partito ed evidentemente sgradito a via Mazzini. Sospettiamo che la cosa, a lei così come ad altri colleghi di area Pd, non abbia fatto piacere. È così? Che succede?

«Più che non farmi piacere, ho provato profonda tristezza. Intanto per colui che ha ispirato quel documento del cosiddetto ‘Pd ternano’. E poi perché si è parlato della vicenda SII incentrando l’attenzione sulle nomine e non sul fatto che tutti i comuni, ad eccezione di Terni a guida centrodestra, abbiamo votato contro il bilancio che avevano chiesto di rinviare perchè incoerente nelle sue parti essenziali. In questo senso l’assemblea del Servizio Idrico, con tale decisione, ha visto tramontare definitivamente il ruolo guida del Comune di Terni che, evidentemente, non è in grado di svolgere quel ruolo ambizioso e necessario di capofila, di chi sa rappresentare il territorio che questa posizione essenziale da sempre gli riconosce. Se la maggioranza che governa la città pensa che i destini della comunità passino nello spazio che intercorre tra piazza Tacito e piazza Europa, e non in un ruolo del territorio, compie un ritorno pazzesco all’indietro segnato da una visione ombelicolare. Penso inoltre che i partiti, ed in particolare quello a cui malgrado tutto sono ancora affezionato, non debbano anteporre le questioni di rappresentanza a quelle di sostanza, in particolare per quanto riguarda le nomine nei Cda, come in questo caso. Invito il mio partito, magari quando tornerà realmente ad esistere, a rinunciare alla facoltà di indicare le nomine, se non quando prettamente necessario e attraverso forme di selezione basate su merito, esperienza e competenza. Il criterio non può essere quello di avere la tessera di un partito o meno, prassi ampiamente utilizzata da tutti e che dobbiamo essere i primi ad accantonare, come io ho fatto da tempo nelle poche occasioni che mi si sono presentate, in profonda autonomia. Ai sindaci comunque ci si rivolge con rispetto, prima di tutto istituzionale e poi anche personale. Ancor più in questo periodo nel quale, a differenza di tanti altri, svolgono un lavoro poco più che da volontari, lontani dai palcoscenici e vicini alle persone. Per questo ritengo che non debba esserci spazio ad ispiratori, come quelli di quel documento, di azioni rancorose, superficiali, goffe e prive di buonsenso, che non fanno altro che mostrare la distanza tra loro e la realtà».

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