Carabinieri di Terni, Celi ai saluti

Il tenente colonnello Mariano Celi lascia l’incarico di comandante del reparto operativo per assumere il ruolo di comandante dell’ufficio provinciale di Rieti

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Il tenente colonnello Mariano Celi in questi giorni ha lasciato l’incarico di comandante del reparto operativo del comando provinciale di Terni per assumere quello di comandante dell’ufficio comando del comando provinciale di Rieti.

L’ufficiale superiore saluta così Terni dove è approdato proveniente da Cosenza 8 anni fa maturando una bellissima esperienza professionale. In questi anni ha infatti svolto con grande competenza e professionalità, cogliendo numerosi successi, il delicato compito sia di coordinare tutte le attività investigative di maggior livello del comando provinciale che di rappresentare dell’Arma in molteplici attività gestite dalla Prefettura.

Al tenente colonnello Celi hanno affettuosamente augurato altrettante soddisfazioni nel nuovo incarico reatino il comandante provinciale, gli ufficiali e tutto il personale del comando provinciale di Terni. L’incarico di comandante del reparto operativo è passato al neo tenente colonnello Stefano Verlengia, fino ad ora comandante del nucleo informativo di Terni.

«Bilancio positivo» Al termine della proficua esperienza ternana, Mariano Celi traccia un personale bilancio: «I migliori risultati – dice ad umbriaOn – sono arrivati in un clima di unità fra i vari Reparti dell’Arma ed è questa una delle chiavi per ottenere il massimo, insieme alla capacità di valorizzare le attitudini del personale. Se ci fossero state rivalità o campanilismi, non avremmo potuto centrare così pienamente gli obiettivi che ci siamo di volta in volta prefissati».

Le operazioni più importanti Per il tenente colonnello sono senz’altro «l’indagine, lunga, complessa e delicata, che in passato ci ha consentito di sgominare una banda dedita alle rapine ai danni di portavalori. Grazie ad un’opera certosina, siamo riusciti a mettere insieme un tassello dopo l’altro, fino a completare quel mosaico che ci ha permesso di incastrare i responsabili. Poi certamente l’omicidio di Sandro Bellini, un caso partito dall’incendio di un’autovettura nel bosco e risolto nel giro di poco tempo, grazie alla collaborazione di varie componenti. Ma anche l’arresto della banda di criminali, autori della tragica rapina ai danni di Giulio Moracci e della moglie, a Gabelletta. In quel caso – spiega Mariano Celi – oltre ad assicurare alla giustizia i responsabili, riuscimmo ad evitare che alla morte dell’anziano si aggiungesse anche quella della donna. Infine un caso di qualche anno fa, dove ci occupammo di un bimbo vessato dal compagno della madre. Dopo aver risolto il caso, assicurando il responsabile alla giustizia, il piccolo ci ringraziò con alcuni disegni dedicati ai carabinieri: ‘Questi sono i miei angeli’, scrisse accanto. Un’emozione particolare».

«Una grande famiglia» «In questi giorni mi hanno emozionato molto le testimonianze di affetto e di stima ricevute, anche da persone con cui non ho avuto l’occasione di lavorare gomito a gomito. Queste sono cose che restano dentro, che vanno al di là della professione. Lascio quella che considero una grande famiglia, per il calore che mi ha saputo trasmettere in tutti questi anni e spero – conclude il tenente colonnello Celi – di aver fatto qualcosa di buono, di aver lasciato anch’io qualcosa».

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