Carcere di Terni, nuova rissa tra detenuti

Denuncia del Sappe: «Botte e minacce con lamette durante l’organizzazione del rinfresco per l’inaugurazione della stanza per bambini»

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«La situazione è stata davvero pericolosa». Rissa tra detenuti a Terni e nuovo allarme lanciato dal Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria: problema tra detenuti durante l’organizzazione del rinfresco per l’inaugurazione di una stanza al reparto colloqui per i bambini, «con decine e decine di invitati sorvegliati da un esiguo numero di poliziotti, in una Sezione Detentiva del Reparto Media Sicurezza si scatenava l’ennesima rissa per futili motivi», denuncia il segretario nazionale Fabrizio Bonino.

L’intervento Bonino specifica che «con il nuovo padiglione al collasso e con una gestione scellerata dei detenuti trattati come ‘bambini dell’asilo’, a cui tutto è ormai concesso, la polizia penitenziaria è dovuta nuovamente intervenire, a mani nude, per placare l’ira di detenuti che si prendevano a botte e si minacciavano con lamette. L’intervento immediato dei pur pochi poliziotti penitenziari delle sezioni e di quelli impiegati in altre attività ha scongiurato il peggio, intervenendo con tempestività e spirito di abnegazione». A condividere la posizione del Sappe anche gli altri sindacati della penitenziaria, Fns Cisl, Osapp e Ugl: inviata una lettera di protesta e di sensibilizzazione sulle criticità del carcere ternano diretta alle autorità nazionali e regionali dell’amministrazione penitenziaria.

Fabrizio Bonino (a sinistra) e Donato Capece del Sappe

«Servono agenti» Donato Capece, segretario generale del Sappe, sottolinea che «il sistema delle carceri non regge più. Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della polizia penitenziaria sulle mura di cinta delle carceri, e questo è gravissimo. I vertici dell’amministrazione penitenziaria hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali. Servono non meno di 8 mila nuovi agenti di polizia penitenziaria per le esigenze delle carceri, ma il Governo ne ha autorizzato l’assunzione solamente di 305. E queste sono le conseguenze: coloro che hanno la responsabilità di guidare l’amministrazione penitenziaria si dovrebbe dimettere dopo tutti questi fallimenti. Il Sappe auspica che il prezioso e determinante intervento degli agenti di polizia penitenziaria di Terni che hanno sventato la pericolosa rissa di ieri venga riconosciuto con una adeguata ricompensa ministeriale».

Eventi critici e ricompensa «Da quando – prosegue Capece – sono stati introdotti nelle carceri vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto sono decuplicati eventi gli eventi critici in carcere. Se è vero che il 95% dei detenuti sta fuori dalle celle tra le 8 e le 10 ore al giorno, è altrettanto vero che non tutti sono impegnati in attività lavorative e che anzi trascorrono il giorno a non far nulla. Ed è grave che sia aumentano il numero degli eventi critici nelle carceri da quando sono stati introdotti vigilanza dinamica e regime penitenziario aperto. Basti pensare che solamente nei primi sei del 2017 ci sono stati nelle carceri italiane 22 suicidi di detenuti, che sono diventati ad oggi oltre 40,567 tentati suicidi sventati dalla polizia penitenziaria, 4.310 atti di autolesionismo, 3.562 colluttazioni e 541 ferimenti».

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