Cardinali assessore, Ferranti: «Buon lavoro ma con la Cgil in giunta ricordo solo disastri»

Terni – Il capogruppo di Forza Italia critica la scelta del sindaco. «Una svolta a sinistra che è impossibile associare a cose positive»

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Terni: Sergio Cardinali entra nella giunta Bandecchi. Per lui tre deleghe ‘di peso’

di Francesco Maria Ferranti
Capogruppo Forza Italia – Consiglio comunale di Terni

Ho accolto con sorpresa la nomina ad assessore allo sviluppo economico di Sergio cardinali, da sempre esponente della sinistra ternana dai tempi del Pci e dirigente sindacale della Cgil. Le ultime occasioni nelle quali le deleghe allo sviluppo economico erano assegnate a dirigenti regionali e provinciali della Cgil furono con il sindaco Raffaelli, che assegnò la delega a Mario Giovannetti segretario regionale della Cgil, e nel primo governo di Girolamo dove la medesima delega era detenuta da Sandro Piermatti, segretario provinciale della Cgil. I risultati di crescita economica frutto di quelle gestioni sono noti a tutti. Inizierei dalla chiusura del settore dell’acciaio magnetico nel 2004 con un’enorme perdita occupazionale per la città e un forte depotenziamento della principale industria della regione, Ast, ma anche del settore siderurgico italiano. Sotto la stessa conduzione sindacale della delega allo sviluppo economico, nel territorio ternano sono da registrare il fallimento della Meraklon e la chiusura dell’Isrim, credo caso unico in Italia di chiusura di un ente totalmente pubblico con relative perdite di posti di lavoro qualificati. Non può non essere citato il drastico taglio di personale messo in atto dalla Thyssenkrupp nel 2014 con l’allora ad Morselli. Sono altresì da segnalare le situazioni di progressivo indebitamento delle aziende a partecipazione comunale da parte del Comune di Terni, ad iniziare da Asm fino ad arrivare alle farmacie comunali che nel 2019 la giunta Latini dovette salvare dal fallimento con una ricapitalizzazione di circa 700 mila euro: grazie a quella scelta, oggi le farmacie comunali producono utili. Inoltre in tutti quegli anni tra Raffaelli e Di Girolamo, quando la delega allo sviluppo economico era assegnata a figure di spicco della Cgil, va evidenziato il continuo impoverimento del territorio cittadino e provinciale con la perdita di centri di potere istituzionali e pubblici come la Camera di Commercio o la sede della Banca d’Italia, entrambe concentrate nel capoluogo di regione. Ciò all’interno di una gestione squilibrata del territorio regionale che ha portato significative penalizzazioni per l’area ternana, sia per quanto concerne le opere infrastrutturali sia per la gestione della sanità pubblica e privata: in seguito a 50 anni di sinistra e di Cgil, anche dentro le istituzioni, a Terni abbiamo un ospedale obsoleto e, fino a poche settimane fa, l’assenza totale di posti letto privati convenzionabili. Quest’ultimi sono finalmente diventati un’opportunità anche per Terni grazie al governo regionale del centrodestra che ha chiuso la prassi intollerabile secondo la quale le cliniche private in Umbria potevano operare solo nel nord della regione. Ma sempre questa gestione della delega allo sviluppo economico a Terni, che i sindaci del Pd assegnavano a figure apicali del sindacato, ha prodotto una tale crescita e un tale sviluppo da far sì che il Comune fosse dichiarato in dissesto finanziario nel 2018 dalla Corte del Conti, provocando la chiusura anticipata della seconda legislatura Di Girolamo e tasse comunali con le aliquote al massimo per famiglie e imprese da ormai 6 anni. Tariffe al massimo confermate anche dal primo bilancio previsionale del sindaco Bandecchi, nonostante chi aveva amministrato precedentemente avesse creato le condizioni per poterle abbassare. Questa filiera di successi e di gestione virtuosa del Comune di Terni debbono aver indotto Bandecchi a compiere questa scelta, o perché vuole proseguire nella stessa direzione fallimentare o forse perché di Terni e della storia degli ultimi 30 anni no sa nulla. Augurando buon lavoro al nuovo assessore, debbo registrare che l’attuale amministrazione non intende risparmiare i soldi dei cittadini ternani neanche sul numero degli assessori, dopo aver nominato un direttore generale che grava per 240 mila euro con il suo compenso e nonostante il Comune permanga in stato di dissesto. Allo stato Bandecchi e Alternativa Popolare sono l’unico partito in Italia e in Europa che vira a sinistra e che va a braccetto con un sindacato dichiaratamente a sinistra come la Cgil, pur rimarcando continuamente la propria adesione al Partito popolare europeo che è una forza moderata, liberale e totalmente in antitesi con le sinistre.

Francesco Ferranti

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