Casa di Comunità ad Amelia: «Bella. Ma i servizi dove sono?»

Il cosigliere regionale Pd Fabio Paparelli dice la sua sull’assetto sanitario dell’Amerino-Narnese

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di Fabio Paparelli
Consigliere regionale Pd – Umbria

Per poter parlare di Casa di Comunità, una struttura assistenziale dovrebbe poter disporre di una equipe multiprofessionale composta da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali, infermieri e psicologi. Quella inaugurata di recente ad Amelia è una bella struttura, ma non risponde affatto agli standard previsti per legge e alle esigenze di cittadini che si sono visti chiudere progressivamente reparti interi del proprio ospedale.

Amelia: inaugurata la Casa della Comunità. «Porta di accesso ai servizi socio-sanitari»

Spiace dover constatare, ancora una volta, che la politica sanitaria della Regione continua a tagliare servizi e prestazioni. Le dichiarazioni rilasciate della presidente Tesei in occasione dell’inaugurazione della Casa di Comunità di Amelia suonano persino beffarde quando parla di fornire servizi sanitari e sociali, ambulatori specialistici, assistenza e prestazioni di prossimità di facile accesso ai cittadini, così da evitare il ricorso improprio alle cure ospedaliere. La verità è che, ad Amelia, la Casa di Comunità non offre i servizi di cui parla la presidente Tesei e l’ospedale e stato ridotto a mero polo infermieristico che, nel punto di primo intervento, non riesce a garantire neppure la presenza di medici nei weekend estivi con evidenti disagi per residenti e turisti.

Ricordiamo agli amministratori regionali e locali che un vero e proprio hub Casa di Comunità deve offrire obbligatoriamente la presenza medica h24 sette giorni su sette, anche attraverso l’integrazione della continuità assistenziale. Una presenza infermieristica di almeno dodici ore per l’intera settimana, una equipe multiprofessionale con medico di medicina generale, Pls, continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali interni (SAI) e dipendenti, infermieri e altre figure sanitarie e socio sanitarie. Ci aspettiamo dunque che si provveda, quanto prima, ad integrare tutte le figure professionali oltre che i servizi di cura e assistenza previsti, affinché i cittadini di Amelia possano vedersi riconosciuto quel diritto alla salute che anche la Corte dei Conti ha certificato essere spesso negato. Ad Amelia, in particolare, lo smantellamento delle sanità pubblica, a partire dal 2020, si è fatto sempre più preoccupante. E’ passato dai reparti di medicina e riabilitazione motoria trasferiti a Narni; dalla chiusura del laboratorio di analisi e della geriatria, al ridimensionamento del Sert e al depotenziamento dell’assistenza domiciliare.

La nuova Casa di Comunità potrebbe rappresentare una prima risposta all’impellente bisogno di assistenza purché, però, sia messa effettivamente nelle condizioni di erogare anche nuovi servizi. Ad oggi la Regione si è limitata a inaugurare solo una bella sede che non è in grado di erogare neppure gli stessi servizi di prima, visto che sono stati sospesi di recente anche i prelievi di sangue ai bambini tra i 3 e 5 anni.

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