Castel Giorgio, giunta in bilico sul bilancio

Un consigliere di maggioranza vota contro e uno si astiene: il sindaco porrà la questione di fiducia

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Su quel palazzo ci deve essere una specie di sortilegio. Due anni dopo essere stato eletto sindaco – era il maggio del 2013 – con elezioni anticipate in quanto il suo predecessore si era dimesso, Andrea Garbini  – che si era imposto alla guida di una lista civivica di centro destra – rischia di dover gettare la spugna. Riconsegnando di fatto il palazzo al Prefetto.

Il bilancio La tensione, palese e che da tempo si manifestava, ha determinato una votazione sofferta del bilancio di previsione dei Comune ed un risultato a sorpresa: tre favorevoli (la giunta, composta dal sindaco Garbini, dal vice sindaco Paola Carraro e dall’assessore Giampaolo Paglialunga) e tre contrari (i due consiglieri di opposizione, Gabriele Anselmi e Andrea Corritore, ai quali si è aggiunto anche un consigliere di maggioranza: Cristiano Federici). Un altro consigliere di maggoranza, Rodolfo Proietti, si è astenuto.

Numeri da crisi Con questa situazione e con il bilancio non approvato, la strada sembrerebbe tracciata e sulla giunta Garbini aleggia lo spettro delle dimissioni, che costringerebbero il prefetto Bellesini ad inviare un comissario, come già avvenuto dopo che Pierluigi Peparello, che era stato rieletto primo cittadino, nel giugno del 2009 – alla testa di una lista civica di centro sinistra – aveva rassegnato le dimissioni a gennaio del 2013.

I voti nel 2013 Andrea Garbini (iscritto a quello che allora si chiamava Pdl), con la lista ‘Cambiamo Castel Giorgio’ aveva conquistato 671 preferenze, staccando nettamente tutti gli altri: Gabriele Anselmi (del Pd), con la lista ‘Prima di tutto Castel Giorgio’, si era fermato a 352; Andrea Corritore (di Sel), con la lista ‘Con i cittadini’ a 284; Marco Meatta (anche lui del Pdl), con la lista ‘Rialzati Castel Giorgio!’ a 97 e Stefano Fiocco (del Movimento 5 Stelle) a 50.

La fiducia Ora al sindaco resta da giocare solo la carta decisiva: chiedere la fiducia. Se almeno uno dei due consiglieri che non gli hanno votato il bilancio preventivo dovessero concedergliela, potrebbe tentare di andare avanti. Altrimenti non ci sarebbe altro da fare che telefonare al Prefetto.

 

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