Castori a testa alta contro l’Ascoli: «Non ho paura. Non credo nelle rivoluzioni»

Perugia – Dopo un avvio insoddisfacente la panchina del tecnico non è salda. Sulla settimana a porte chiuse: «Abbiamo lavorato su tutto. Il tempo ci aiuta»

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di Gabriele Ripandelli

«Il mare in tempesta bisogna saperlo navigare». Questa una delle chicche che regala Fabrizio Castori in conferenza alla vigilia della sfida contro l’Ascoli. La situazione in casa Perugia è oggettivamente critico dopo un inizio di campionato insoddisfacente per risultati e prestazioni. Il tecnico marchigiano non si perde però d’animo e trae il massimo da una settimana di lavoro a porte chiuse: «Abbiamo lavorato su tutto, testa e gambe. Sono abituato a fare le cose con discrezione e spesso ci si guadagna. Mi rendo conto delle difficoltà ma sono uno che persevera. Questi allenamenti sono serviti molto a chi è arrivato a fine mercato o è indietro di condizione».

Una vittoria per sbloccarsi

Lo aveva dichiarato Giannitti a inizio settimana (link conferenza), lo conferma Castori: «Dobbiamo fare risultato per tirarci fuori da questa situazione». L’ex Salernitana allontana però le depressioni: «Dobbiamo fare sempre il massimo. Serve anche però essere oggettivi e non andare dietro agli umori del momento. Cerco di capire cosa non funziona ma non è tutto da buttare». Serve però spazzare via dalla testa i vecchi fasti: «Angella ha parlato di presunzione? Spero che da ultimi in classifica ce la siamo tolti di dosso. Il Perugia lo scorso anno ha fatto un ottimo campionato ma non si vive di luce riflessa. Io stesso ho un passato ma non l’ho mai rivendicato. Il vissuto lascia il tempo che trova».

Rischio esonero

Fabrizio Castori da uomo esperto di calcio, che ha passato tutte le categorie e da anni vive nella grande giostra della Serie B, sa bene che quando le cose non girano l’allenatore viene messo sul banco degli imputati: «Non ho paura e non perdo lucidità. Tiro dritto. Le decisioni non spettano a me, io posso solo impiegare tutte le mie energie per mettere le cose a posto». Sulla richiesta della società di trovare l’abito giusto: «A volte può essere l’aspetto tattico, altre un singolo che deve crescere. Cerco di trovare la soluzione. Non credo che le rivoluzioni paghino, ho bisogno di tempo per lavorare in profondità e trasmettere il mio metodo. Non credo si possa improvvisare».

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