Centro remiero, bufera e inchiesta contabile

Terni, presunto danno erariale da un milione e 800 mila euro per la struttura di Corbara, nel Comune di Baschi: la Corte dei conti indaga

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L.P.

Fondi europei, come se piovesse. E un centro remiero, quello di San Salviano, sulle sponde del lago di Corbara, che è rimasto solo un miraggio.

Danno erariale Sotto la lente della Corte dei Conti è quindi finito quel centro che, costruito ormai vent’anni fa, sarebbe dovuto diventare un centro sportivo di livello nazionale, un vero e proprio fiore all’occhiello di cui andare orgogliosi in tutta Italia. Il danno erariale stimato è di un milione e ottocentomila euro. Sotto accusa la vecchia quanto la nuova amministrazione comunale di Baschi.

La vicenda La storia affonda le sue radici già negli anni 90, quando Corbara venne indicata come il luogo giusto per inaugurare un centro di canottaggio, realizzato con fondi europei. Di regate, però, se ne videro ben poche. Poi, nel 2004, il centro è stato ristrutturato e assieme a quello anche il casale, all’epoca un rudere fatiscente, trasformato in un agriturismo di lusso, ma di proprietà dei Corsini, una nobile famiglia di origini toscane che ha concesso in comodato d’uso grautito al comune di Baschi tutta la struttura per 20 anni. Al termine del contratto, nel 2024, tutta la proprietà tornerà in mano alla famiglia.

Foresteria Tutto il centro, comprensivo anche di un campeggio, piscina, area di sosta per camper, era quindi stato affidato tramite bando pubblico a una società che, però, non riuscì mai realmente a far funzionare la struttura. Nel frattempo era stata ristrutturata anche una foresteria che doveva essere adibita all’accoglienza turistica: si scoprì poi, erano vincolati all’utilizzo sportivo dello stesso centro. Da lì in poi, solo un rimpallo di responsabilità tra il Comune e l’azienda fino alla cessione del centro al Parco fluviale del Tevere e alla comunità montana Onat.

Corte dei conti Quello che non quadra, agli occhi della magistratura contabile, è proprio la ristrutturazione, con fondi pubblici, di un bene privato gestito dal Comune. E, soprattutto, il mancato utilizzo di quell’immobile per la cui ristrutturazione, appunto, erano stati utilizzati fondi europei che sarebbero dovuti servire per trasformare la struttura in uno dei centri italiani dedicati al canottaggio mentre invece, il centro, non ha mai funzionato.

Amministratori Sotto la lente dei giudici, dunque, la gestione del centro da parte sia dell’attuale che della precedente amministrazione, e quindi l’attuale sindaco di Baschi, Anacleto Bernardini, ma anche l’ex sindaco Isauro Grasselli, l’ex assessore Damiano Bernardini, il direttore della Comunità montana Onat Giampiero Lattanzi così come Stefano Bigaroni, ex presidente della comunità e ex sindaco di Narni, gli ex assessori della comunità montana Roberto Cerquaglia, in rappresentanza di Montecastello di Vibio e Walter Pelagrilli in rappresentanza di Monteleone di Orvieto. Ma anche la Regione sarà chiamata a spiegare perché non ha vigilato sull’effettivo impiego di quelle risorse poi finite nelle casse dell’ex parco fluviale del Tevere.

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