«Centrodestra non ha la maggioranza a Terni? Un’invenzione»

Il segretario comunale di FdI, Cecconi, replica alle minoranze consiliari: «Basta analizzare i numeri delle ultime regionali»

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di Marco Celestino Cecconi
Coordinatore comunale di Fratelli d’Italia

Mentre gli italiani sono sempre meno disponibili a comprendere e men che mai ad accettare le proposte dello stravagante segretario del Pd – che (tra una tassa di successione e uno ius soli) immagina alleanze con un Movimento 5 stelle che non c’è più -, l’eterogenea sinistra ternana si inventa (sostenendo di farlo numeri alla mano) presunte primazie fondate su ipotetici sondaggi, condotti da un sito che di sondaggi non ne fa, ma che tuttalpiù incrocia in qualche modo i dati forniti da questo o quell’istituto demoscopico.

TERNI, LE MINORANZE: «CENTRODESTRA NON È PIÙ MAGGIORANZA»

I numeri vero, però, come si sa, sono solo quelli delle urne: e basterebbe leggerli con onestà. I numeri che usciranno dalle urne a Roma, per esempio, non potranno che fotografare la bizzarra circostanza – opposta ai desiderata di grandi alleanze e grande unità coltivati dal segretario Pd – di almeno tre competitori d’area, quali sono Calenda e Gualtieri, entrambi targati centrosinistra, e il sindaco uscente del disfatto Movimento 5 stelle. E tanto basterebbe.

In Umbria, invece, gli ultimi numeri disponibili su vasta scala sono quelli delle elezioni regionali del 2019: quando le varie componenti del centrodestra hanno ottenuto insieme una maggioranza netta ampiamente prevalente su chi ancora non ha deciso cosa farà da grande. In quella stessa occasione, il centrodestra delle regionali a Terni ha ottenuto ben oltre il 57% dei consensi, staccando di circa il 20% la fusione a freddo tra il Pd e il M5s, affiancati oltretutto anche da alcune liste civiche (sempre presenti da qualche tornata elettorale, poiché pare che il Pd e soci abbiano quasi vergogna a presentarsi con il proprio nome dopo decenni di malgoverno).

Se c’è un luogo dove il primo vero esperimento della formula oggi agognata per ultimo anche da Letta è miseramente fallito, quel luogo è proprio l’Umbria e, numeri alla mano, Terni. La pur breve storia dell’ammucchiata a sinistra è già piena di buchi nell’acqua. E per cambiare il corso degli eventi, la matematica elettorale e gli orientamenti della pubblica opinione, non basterà un po’ di sensazionalismo e la somma algebrica di chi sino a ieri se ne è dette di tutti i colori.

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