Cgil Umbria: «Ripresa, ma con riserva»

Terni, presentato il rapporto Ires sulla situazione economica e occupazionale: «Festeggiare per qualche ‘più zero virgola’ può essere fuorviante»

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Che la situazione economica regionale sia ‘in movimento’ è innegabile, «ma festeggiare per qualche ‘più zero virgola’ può essere fuorviante, visto che nel periodo della crisi il Pil dell’Umbria ha perso circa 15 punti percentuali, gli investimenti oltre 30, la disoccupazione è a un livello doppio rispetto al 4-5% di allora, mentre oggi siamo al 9%, con punte dell’11,2% per quella femminile. E che gli occupati sono il 4% in meno rispetto a prima che iniziasse la crisi».

IL RAPPORTO IRES CGIL, CONSULTABILE ANCHE NELLA SEZIONE ‘DOCUMENTI’ DEL GIORNALE

Il rapporto  La intesi è di Marco Batazzi, di Ires Toscana, che ha curato il quarto rapporto sull’economia umbra per il 2015: «Un rapporto che evidenzia la fragilità di una ripresa che non riesce a incidere ancora su alcune criticità strutturali del sistema produttivo e occupazionale, mentre emergono nuovi elementi preoccupanti, come il boom dei voucher, il nuovo rallentamento della produzione industriale e il permanere di livelli di sofferenze bancarie molto elevati, che non fanno ripartire il credito verso le imprese».

Il ‘disagio occupazionale’ Emerge, poi, un altro elemento nuovo e inquietante: «L’area del ‘disagio occupazionale’, ovvero l’insieme di disoccupati, inattivi disponibili al lavoro e cassaintegrati, è raddoppiata rispetto al 2008, da 40mila a circa 80mila persone. Mentre in Umbria, nel primi tre trimestri del 2015, i nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato creati (saldo avviamenti-cessazioni, al netto delle trasformazioni) sono stati in tutto appena 700».

La Cgil L’Umbria, che era già in difficoltà prima della crisi, «sotto i suoi colpi rischia di perdersi definitivamente – dice Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria – e qui, come sindacato, siamo chiamati a giocare il nostro ruolo, come stiamo cercando di fare. Vogliamo che le istituzioni e le forze produttive della nostra regione decidano, insieme, quale direzione si intende prendere nei prossimi anni, su quali settori puntare, quali investimenti favorire, come rilanciare l’occupazione».

L’INTERVISTA A VINCENZO SGALLA – IL VIDEO

Le imprese che soffrono Perché «senza il manifatturiero, senza Ast e Perugina, o senza la Elettrocarbonium di Narni non si va da nessuna parte. Purtroppo – conclude il segretario Cgil – in questi giorni sentiamo invece parlare di tutt’altro, di nomine nella sanità, di scontri tra fazioni contrapposte, quando i cittadini e i lavoratori vorrebbero invece conoscere quali politiche si intende attuare per migliorarla la sanità, così come vorrebbero vedere progetto di rilancio per l’Umbria nei prossimi 5 anni. La Cgil, insieme a Cisl e Uil, è impegnata per dare vita a questo progetto».

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