«Chi crea problemi non ha a cuore Terni»

Il ‘duo’ Caparvi – Saltamartini (Lega) sostiene il morale del partito dopo l’addio di Fiorini e replica agli attacchi delle opposizioni

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«Una situazione che sta disorientando gli investitori, le associazioni, la fondazione Carit che, in sostanza, non ha più interlocutori credibili per lavorare insieme al Comune nei settori nei quali ha dato la sua disponibilità ad investire come il palasport». Amministrazione comunale di Terni ancora nel mirino dell’opposizione dopo l’uscita dalla Lega del consigliere – regionale e comunale – Emanuele Fiorini: ad attaccare sono il capogruppo del Pd Francesco Filipponi e il leader di Senso Civico Alessandro Gentiletti.

EMANUELE FIORINI LASCIA LA LEGA

Francesco Filipponi

Immobilismo

L’esponente del Pd mette in evidenza che «l’uscita del consigliere comunale e regionale Fiorini dal gruppo della Lega e l’approdo al misto rappresenta un atto politico di grande rilevanza che riguarda un consigliere comunale e regionale che ha caratterizzato con forza la nascita della Lega a Terni fino ad arrivare alla conquista di palazzo Spada. Ma ad appena nove mesi dall’insediamento l’amministrazione comunale è del tutto immobile, caduta nelle sabbie mobili delle divisioni che riguardano ogni tema cruciale: la gestione delle partecipate, i progetti strategici come il Verdi e il mercato coperto, arrivando a dividersi persino sulla gestione delle biciclette in città. Una situazione che sta disorientando gli investitori, le associazioni, la fondazione Carit che in sostanza non ha più interlocutori credibili per lavorare insieme al Comune nei settori nei quali ha dato la sua disponibilità ad investire come il palasport».

Alessandro Gentiletti

«Latini riferisca e spieghi alla città»

Poi l’invito’: «Il gruppo del Partito Democratico presenterà una mozione in aula, insieme a tutte le forze di opposizione che vorranno aderire, affinchè il sindaco venga a riferire in aula sulla grave situazione politica che si è venuta a creare. Il sindaco deve dare spiegazioni alla città sul fatto che la sua attività amministrativa è bloccata considerato anche il numero irrisorio di atti amministrativi approvati in giunta e in consiglio. Non può continuare a rifugiarsi nei suoi silenzi, dietro la gonna della commissaria politica che gli è stata inviata da Roma, con il partito nazionale che ha avvertito l’esigenza di metterlo sotto tutela da una parlamentare romana di rilevante esperienza. La città ha il diritto di sapere quali siano le ragioni che si celano dietro al far west sul palasport, che cosa si voglia fare con Asm, con FarmaciaTerni, come si voglia affrontare il tema ambientale e il rapporto con le multinazionali frequenti sul territorio, ad iniziare ad Ast».

La ‘guerra tra bande’

Per Gentiletti «la decisione del consigliere Emanuele Fiorini di lasciare la Lega conferma ancora una volta una drammatica verità per la città. Il partito di Matteo Salvini e Umberto Bossi, che ha vinto le ultime elezioni amministrative, incassando una grande fiducia da parte dei ternani, non è in condizione di rispondere alle aspettative di cambiamento che vengono dalla città. Il partito della Lega è già ebbro del potere ricevuto in poco tempo ed è divenuto prigioniero di una guerra fra bande interessate soltanto, maldestramente, alla spartizione di pochi rimasugli di potere: la città e le sue fasce più deboli sono state interamente dimenticate. Sviluppo sostenibile, progresso sociale e rinascita democratica sono oggi mete ancora più lontane con una compagine politica impegnata ad azzuffarsi su paalazzetto dello sport, Verdi, mercato coperto, nomine nelle partecipate. Ed è emblamatico che la Lega non riscuota più neanche la fiducia di chi, come il consigliere Fiorini, ne è stato il volto e l’anima appassionata,  un uomo che come tanti di noi  – al di là delle radicali divisioni – ha interpretato e interpreta la politica come servizio agli ultimi, come passione della gente di strada».

«Rispettate il voto popolare»

Il consigliere di Senso Civico fa poi presente che «il partito della Lega ternana, invece che governare la città delineando strategie di futuro e di sviluppo è impegnato nel sopperire all’inadeguatezza politica del suo sindaco, imposto in una notte dagli stessi corridoi del palazzo romano che ora lo hanno scaricato e commissariato. Una Lega che è privata degli assessorati socialmente più caratterizzanti, appaltati ai due assessori di Fratelli d’Italia. Assessorati che sviliscono ogni giorno le politiche giovanili, sociali, sportive e che invece di unire le energie della città la dividono. Anche il sindaco di Terni é responsabile del suicidio politico che sta vivendo la Lega e con essa tutta la città. Dovrebbe ammetterlo, chiedere scusa e cambiare davvero passo. La società civile non può più attendere. I consiglieri eletti dovrebbero imparare dal consigliere Fiorini, che ha dato una lezione di autonomia, lasciando una Lega impantanata e rilanciando i temi essenziali per la città.  Va necessariamente preteso un sussulto di dignità dall’amministrazione stessa e dalla maggioranza. Tutti, ciascuno dalle sue postazioni, dobbiamo pretendere una radicale inversione di rotta: nessuno di noi può più permettere che si continui sulla strada intrapresa perché altrimenti la città non ne verrà fuori. Coloro che neanche pochi mesi fa sono stati scelti dai ternani hanno il dovere di rispettare il voto popolare e governare. Se sono in grado lo facciano in modo serio e utile per la città e non per le loro poltrone peraltro decisamente costose vista la loro decisione di percepire la totalità delle loro indennità, arrivando al costo record di 430 mila euro l’anno per la sola giunta».

Barbara Saltamartini

La Lega risponde: «Chi crea difficoltà all’amministrazione, non ama la città»

Nella serata di lunedì arriva la replica di Virginio Caparvi (segretario Lega Umbria) e di Barbara Saltamartini (commissario Lega Terni) che confermano – specie la seconda – una certa propensione ai comunicati ufficiali piuttosto che alle interlocuzioni (fatte talvolta di domande e risposte) con la stampa: «La Lega a Terni – scrivono – è impegnata in un duplice compito. Da un lato nel consolidare il proprio radicamento sul territorio forte del crescente consenso di Matteo Salvini che, in tutta Italia, sta raggiungendo traguardi impensati anche solo qualche anno fa. Dall’altro nel sostenere con forza e convinzione il lavoro dell’amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Latini il quale, in soli otto mesi, ha già messo in campo importanti iniziative per la città. Un impegno gravoso – proseguono Caparvi e Saltamartini – stante le innumerevoli difficoltà che abbiamo trovato fin dal primo giorno dell’insediamento, frutto di anni di mala amministrazione della sinistra ternana e regionale che ha prodotto ben 70 milioni di debito straordinario e che, sommati al debito ordinario, hanno portato la città al dissesto. Per non parlare del degrado generale della manutenzione delle strade e delle scuole che stanno comportando oggi un impegno gravoso cui si sta facendo fronte con il massimo impegno e professionalità. I progetti per le grandi opere incompiute vengono portati avanti con forte determinazione a partire dalla fontana di piazza Tacito, il cui cantiere sta per essere aperto in questi giorni, e la cascata delle Marmore che, attraverso gara, è stata affidata ad un gruppo internazionale che garantirà non solo posti di lavoro, ma sviluppo economico e turistico a Terni. Pietra miliare in questo percorso di ricostruzione – affermano il segretario regionale del partito e il commissario ternano – è il bilancio riportato finalmente, solo dopo pochi mesi, a livelli di decenza rispetto alle gravissime responsabilità dei precedenti amministratori, sancite peraltro dalle note vicende giudiziarie. Abbiamo la forza e la capacità di governo per guidare Terni verso la ripresa ed il ritrovato orgoglio. In tal senso dalla sinistra non accettiamo alcuna lezione morale, politica, e amministrativa anche perchè continuare a mettere i bastoni tra le ruote a questa amministrazione – puntualizzano Caparvi e Saltamartini – denota solo una mancanza di amore verso questa città. Prendiamo atto che chi fino ad oggi ha condiviso l’impegno della Lega su entrambi i fronti decida a mezzo stampa, e non nelle sedi opportune, di smarcarsi da quel patto di fiducia contratto con i cittadini sotto il simbolo della Lega. Tuttavia, grazie al lavoro e all’impegno dei suoi dirigenti, dei militanti e degli amministratori locali, la Lega non si fermerà di certo e proseguirà sulla linea del cambiamento che i cittadini hanno richiesto a gran voce, forte delle proprie idee e del grandissimo consenso ricevuto che non intende minimamente deludere».

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