Cisl, Comune di Terni: «2 pesi, 2 misure»

In merito al ‘Fondo del salario accessorio 2016’, secondo la Cisl ‘Funzione pubblica’, l’amministrazione comunale «si dimostra forte con i deboli e debole con i forti»

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della Cisl Funzione pubblica dell’Umbria

In data 21 dicembre 2016 è stata consegnata a questa organizzazione sindacale l’informativa relativa alla costituzione del Fondo del salario accessorio 2016, di cui alla relativa determina dirigenziale contenente l’ammontare complessivo del Fondo, unitamente all’ipotesi di ripartizione del fondo stesso. La somma a disposizione nel Fondo del salario accessorio dei dipendenti presentava un notevole decremento rispetto al 2015, e ciò è dovuto, oltre che all’utilizzo dei fondi necessari alle progressioni orizzontali effettuate nel 2016 di cui eravamo consapevoli, a 2 tagli effettuati al Fondo di cui uno in applicazione delle regole di legge (finanziaria) e l’altro di circa 60 mila euro in ottemperanza delle disposizioni della Ragioneria generale dello Stato.

Qualcuno ha già provato a fare lo scaricabarile per quanto sopra descritto e la Cisl Fp non ha di certo intenzione di fare altrettanto, visto che si è sempre presa le proprie responsabilità e non ha mai né dormito e né accettato passivamente ogni decisione presa dall’amministrazione comunale. Tutto ciò non ci appartiene e non cambia di certo le ‘carte in tavola’, né serve ad integrare il Fondo del salario accessorio dei dipendenti: ergo, non interessa a nessuno.

L’azione attiva della Cisl Fp si è invece sviluppata appena dopo la consegna dell’informativa tramite la ricerca di quanto non inserito o inseribile all’interno del Fondo del salario accessorio, come sotto descritto, e non ci siamo voluti limitare, come altri hanno fatto, alle semplici e poco utili lamentele della non condivisione dei tagli o nel dare colpe a ritardi che hanno poi obbligato alla pratica che qualcuno ha definito del ‘bevi o affoga’. I molteplici tagli e la conseguente diminuzione del Fondo ci hanno infatti convinto del fatto che piuttosto che i tagli non condividevamo il Fondo nella sua costituzione poiché, già da una prima analisi sommaria, secondo la Cisl Fp qualche cosa mancava (ed avevamo ragione) nella determina di costituzione che ci era stata consegnata.

Proprio per questo motivo, appena dopo la prima analisi della determinazione di costituzione del Fondo del salario accessorio e dell’ipotesi di ripartizione, non ci siamo solo espressi con la (ovvia) contrarietà al taglio dei circa 60 mila euro ma, contrariamente a tutte le altre organizzazioni sindacali, non abbiamo formalmente condiviso il Fondo nella sua costituzione a causa di mancati inserimenti e non solo per i tagli effettuati, anche se abbiamo espresso parere favorevole per procedere alla liquidazione della produttività che altrimenti, per effetto delle nuove regole contabili, sarebbe slittata probabilmente dal mese di febbraio al mese di maggio-giugno2017.

I dubbi e le mancanze nella determina di costituzione del Fondo del salario accessorio hanno prontamente prodotto 2 formali richieste della Cisl Fp (e ciò la dice lunga su chi davvero dorme), indirizzate all’amministrazione comunale, per l’integrazione dei fondi destinati al salario accessorio protocollate rispettivamente in data 22 e 23 dicembre 2016 che precisamente contengono: 1. Richiesta di integrazione del Fondo per il mancato inserimento della percentuale di legge dei risparmi di cui ai Piani di miglioramento deliberati dall’amministrazione comuanale, realizzati e mai inseriti. 2. Richiesta di integrazione del Fondo per il mancato inserimento di quanto stabilito dall’art.4 c.2 Ccnl 2000-01 (R.I.A.), dall’anno 2004 in poi e quindi con relativo pregresso (per un ammontare complessivo stimato di circa 350 mila euro).

Potrà sembrare paradossale ma nel frattempo, mentre il Fondo dei dipendenti subisce oltre ai tagli di legge anche tagli indebiti causati da mancati inserimenti nel Fondo del salario accessorio dal 2004 ad oggi, il Fondo dei dirigenti subisce i tagli di legge ma registra incrementi nella parte variabile del Fondo di 36.565 euro per ogni anno, per effetto dell’inserimento dell’art.26 c.3 Ccnl 23.12.99, senza i richiesti titoli legittimanti e senza contrattazione decentrata anche in quegli anni in cui non sono stati effettuati processi di riorganizzazione dall’anno 2003 ad oggi. Proprio una bella pratica del ‘due pesi, due misure’ da parte del Comune di Terni che si dimostra forte con i deboli e debole con i forti.

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