Comune di Terni-Sii, ‘pace’ finanziaria

Riconciliazione crediti-debiti, accordo e via libera della giunta: ‘vantaggio’ amministrazione di 800 mila euro, saranno detratti da fatturazioni di utenze pubbliche

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Fontanelle pubbliche, soldi non dovuti, check sulle bollette e via scorrendo. Per una lunga serie di calcoli e incontri che hanno portato alla riconciliazione finanziaria: ‘pace’ tra il Comune di Terni e il Sii, il Sistema idrico integrato, in merito alle partite di credito e debito tra le rispettive parti. Il risultato finale parla di circa 800 mila euro – verranno detratti dalle prime fatturazioni utili in riferimento ad alcune utenze pubbliche – a favore dell’amministrazione comunale. «Messo un punto fermo e neutralizzate una buona parte di quelle discrasie contabili che, a lungo andare, possono costituire rischio per gli equilibri finanziari dell’ente, determinando debiti fuori bilancio».

Stefano Puliti, presidente Sii

Il conteggio, crediti Comune superiori Il lavoro parte da bollette e fatturazioni emesse dalla Sii fin dal 2003. La ricognizione ha riguardato anche – riconteggiate – 18 mila bollette idriche, pagate in acconto e che necessitavano un approfondimento: ne è scaturito il fatto che il Comune ha accumulato crediti (al 31 giugno 2017) nei confronti della Sii per 2 milioni 847 mila e 887.75 euro (suddivisi tra canoni di concessioni idrici per oltre 2 milioni, rimborso del mutuo per più di 550 mila euro e lavori di manutenzioni straordinarie per oltre 76 mila euro); viceversa il Sii, alla stessa, vantava un credito di 2 milioni 141 mila e 941.57 euro per fatture emesse legate al servizio di smaltimento reflui (283 mila euro), utenze comunali (oltre 1 milione e 800 mila euro) e fatture per l’attivazione di nuove utenze per poco più di 16 mila euro.

Vittorio Piacenti D’Ubaldi

L’atto di conciliazione E quindi, spiega palazzo Spada, venerdì la giunta ha dato il via libera all’atto di conciliazione delle partite di credito e debito (in realtà la differenza delle cifre indicate ammonta a poco più di 700 mila euro): «Le leggi – spiega l’assessore al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi – in materia prevedono che i rapporti finanziari tra l’ente locale e gli organismi partecipati debbano mostrare una precisa corrispondenza tra le posizioni giuridiche di credito e debito. In tal senso, l’ammontare del credito o debito della partecipata nei confronti dell’ente locale deve corrispondere alla posta creditoria o debitoria iscritta nel bilancio dell’ente stesso e, qualora si riscontrino discordanze, la legge impone di adottare senza indugio i provvedimenti necessari alla riconciliazione delle partite debitorie e creditorie». Per arrivare a questo punto, la giunta aveva avviato il percorso – costituito gruppo di lavoro specifico – per la riconciliazione finanziaria con le società partecipate nel 2015: il Comune ha contestato, sia nel merito che negli importi, la somma di volta in volta comunicata e fatturata della società a titolo di consumi per le utenze comunali.

«Punto fermo» Piacenti D’Ubaldi sottolinea che «il principio di corrispondenza tra posizioni creditorie e debitorie nei rapporti finanziari tra ente locale e organismi partecipati rappresenta un punto fermo nel principio più ampio della veridicità dei bilanci e della buona prassi amministrativa. Con l’approvazione di questo importante atto si neutralizza una buona parte di quelle discrasie contabili che, a lungo andare, possono costituire rischio per gli equilibri finanziari dell’ente, determinano debiti fuori bilancio. L’atto, obbligatorio per legge, è il frutto di un attento lavoro, reciproco, di verifica e accertamento delle posizioni giuridiche, un altro tassello utile sul duplice piano della razionalizzazione delle società partecipate e del riequilibrio». L’analisi ha riguardato anche alcune bollette emesse dalla Sii sul consumo delle fontanelle pubbliche che, in base alle intese Ati, il Comune non deve pagare. Idem per i guasti idrici.

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