Consiglio regionale, bilancio approvato

Perugia, la manovra vale 19,2 milioni ed è stata votata solo dai consiglieri di maggioranza: contrario il M5s, astenuti gli altri

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Il consiglio regionale dell’Umbria ha approvato questa mattina, con 13 sì (Pd, Ser), 2 no (M5S) e 6 astenuti (Ricci presidente, FdI, FI, Lega nord) il bilancio di previsione 2016/2018.

Le linee Illustrando il documento, il vicepresidente, Marco Vinicio Guasticchi (Pd), ha sottolineato che «il bilancio per l’anno 2016 ammonta a 19,2 milioni di euro (erano 22,6 milioni nel 2010), che proverranno dai trasferimenti operati dalla giunta regionale (ridotti di oltre un milione di euro rispetto al 2015), dai contributi dell’Autorità nazionale per le comunicazioni, dagli interessi attivi sui conti correnti e dai rimborsi per il personale comandato presso altre amministrazioni pubbliche. A cui si aggiungono circa 730 mila euro di fondi liberi derivanti dall’avanzo di gestione del 2015. Per quanto concerne le spese, riguardano in gran parte gli organi istituzionali (9,97 milioni di euro per indennità, fondo di previdenza per il pagamento dei vitalizi, contributi ai gruppi consiliari, patrocini, eventi, Corecom, trasferimenti a Isuc, Centro studi giuridici e Consiglio autonomie locali), funzionamento e manutenzione (1,3 milioni), il personale (6,7 milioni)».

I pareri Per Andrea Liberati (M5S), «c’è stato qualche passo in avanti rispetto al passato, ma deriva dalla diminuzione del numero dei consiglieri regionali. Bisogna controllare la spesa legata ad uscite incongrue come i 380 mila euro spesi per le fotocopie, in considerazione anche che i gruppi politici se le pagano. C’è la necessità di prevedere un commissario per una vera spending review»; mentre secondo Valerio Mancini (Lega Nord), «se oggi, in aula, ci sono 20 consiglieri è perché i 30 di prima hanno deciso di ridurre il numero, puntando ad una politica di risparmio. In politica è giusto essere critici, ma non distruttivi». Gianfranco Chacchieroni (Pd), ha detto che «con questa legislatura siamo arrivati a sostenere una impalcatura di rappresentanza istituzionale che diminuisce fortemente la spesa, e non solo per quanto attiene all’assemblea legislativa, ma anche alla giunta che da 8 è passata a 5 assessori. Oltre a questi tagli, per una questione di rappresentanza, è difficile andare. Nell’ambito del contenimento dei costi o della ridefinizione dei ruoli, caso mai, dobbiamo valutare se sia giusto mantenere tre livelli legislativi: regionale, nazionale, europeo, ma questa è un’altra discussione. Oggi siamo chiamati a garantire la massima efficienza ed operatività» e per Silvano Rometti (Ser) «i territori e le comunità devono essere ben rappresentati. Azioni di risparmio ne sono state fatte molte ed in modo concreto. L’Umbria è stata presa ad esempio da altre Regioni».

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