Concussione, 4 anni per un carabiniere

Terni: l’uomo – 49 anni – era accusato di aver costretto un imprenditore a praticargli un congruo ‘sconto’, pena controlli e ispezioni

Condividi questo articolo su

L’accusa di concussione era relativa ad un fatto piuttosto datato, risalente al 2003, ma gli è costata una condanna a quattro anni di reclusione, con interdizione dai pubblici uffici, sancita martedì dal tribunale di Terni in composizione collegiale (presidente Massimo Zanetti, giudici Federico Bona Galvagno e Barbara Di Giovannantonio).

Carabiniere L’uomo è un carabiniere 48enne di origini pugliesi, finito inizialmente a processo insieme ad altre otto persone e che, al tempo dei fatti, era in servizio presso il Nucleo ispettorato del lavoro di Terni. Fra prescrizioni, archiviazioni e assoluzioni susseguitesi nel tempo, è rimasto l’unico imputato e la sua stessa posizione è andata attenuandosi, dai tredici capi di accusa contestati in un primo momento ai tre poi giudicati martedì dal tribunale.

La sentenza Per due di questi – sempre relativi a presunte concussioni – è stato assolto, mentre per un terzo episodio è stato condannato, con l’accusa – rappresentata dal pm Elisabetta Massini – che in aula ha chiesto una pena pari a 4 anni e 6 mesi, oltre all’interdizione dai pubblici uffici.

L’accusa In pratica, secondo il collegio giudicante, il carabiniere avrebbe ‘costretto’ un imprenditore edile a praticargli un congruo ‘sconto’ – 4 milioni di lire in tutto – sul prezzo di acquisto di un immobile, minacciandolo di possibili controlli e ispezioni che per il costruttore, avrebbero avuto un ‘costo’ decisamente più pesante.

«L’appello ci darà ragione» Una ricostruzione, quella avallata dal tribunale, che non convince affatto i legali difensori del militare 48enne, gli avvocati Roberto Spoldi e Francesco Falcinelli. Per il primo «il mancato pagamento delle prime rate del mutuo non è legato ad alcuno ‘sconto’, ma al mancato possesso, come risulta anche dal rogito, dell’agibilità da parte del costruttore contro il quale il mio assistito ed altri avevano poi adito le vie legali. Un acquisto, quello dell’immobile, peraltro mediato da un’agenzia e sul quale ci sono documenti e testimonianze precise che ci consentiranno di ottenere, come auspichiamo, una completa revisione della sentenza nel giudizio di appello».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli