‘Regali’ per chiudere un occhio: decide il gup

In sette rischiano di finire a processo. Fra loro anche due carabinieri e un funzionario dell’ispettorato del lavoro

Condividi questo articolo su

La decisione del gup Simona Tordelli su chi dovrà difendersi in un eventuale processo e chi potrà mettersi la vicenda definitivamente alle spalle, è attesa per il prossimo 3 giugno. Mercoledì mattina, in aula, hanno parlato i legali difensori dei sette imputati che, nelle proprie arringhe, hanno criticato a più riprese l’operato della procura.

Ricostruzione Il procedimento è quello legato ad un presunto ‘sistema’, incentrato su un ispettore e un appuntato dei carabinieri in servizio presso l’ispettorato del lavoro di Terni, fatto di scambi di favori, pressioni, ispezioni ‘pilotate’ e regalie. Oltre a loro risultano indagati imprenditori – le accuse vanno dalla concussione alla corruzione, fino all’abuso di ufficio – e anche un carabiniere del Nucleo tutela del lavoro di Roma, quest’ultimo per rivelazione di segreti d’ufficio.

Le accuse Diversi gli episodi contestati dalla procura e quasi tutti riferiti a un periodo di tempo ampio che va dal 2001 al 2007. Uno di questi sarebbe legato a presunte pressioni che l’appuntato, facendo leva sul proprio ruolo all’interno dell’ispettorato del lavoro, avrebbe esercitato su alcuni imprenditori per convincerli a sostituire il coordinatore della sicurezza ed a rivolgersi ad un’impresa amica, diversa da quella utilizzata fino a quel momento, per redigere il piano operativo di sicurezza.

Le sanzioni In seguito a tali presunti episodi, l’impresa danneggiata aveva sporto denuncia e per tutta risposta, secondo l’accusa, il militare si sarebbe attivato irrogando alla stessa diverse sanzioni per la violazione della legge 626 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Sanzioni amministrative che, per gli inquirenti, erano del tutto immotivate e originate soltanto dalla volontà di ‘colpire’ l’azienda.

‘Omaggi’ Le altre accuse fanno riferimento a regalie ottenute attraverso pressioni più o meno esplicite – la minaccia di controlli o, viceversa, la garanzia che ci sarebbe stato un occhio di riguardo in caso di ispezioni – rivolte ad alcuni imprenditori del ternano: metodi che avrebbero consentito al militare e all’ispettore del lavoro (in seguito trasferiti ad altre sedi) di ottenere ‘omaggi’ come l’utilizzo gratuito di un’auto di proprietà di un’azienda, ma anche un cane da caccia, cene, buoni benzina, vacanze e piccole somme di denaro.

L’attacco Mercoledì mattina il gup ha ascoltato uno dei sette soggetti coinvolti che avrebbe chiarito puntualmente tutti gli episodi contestati. A parlare sono state anche le difese, fra cui figurano gli avvocati Roberto Spoldi, Manlio Morcella, Francesco Mattiangeli, Luciano Antonini e Giuseppe Sforza. Nella sua arringa, l’avvocato Spoldi ha contestato duramente l’integrazione del capo di imputazione effettuata dalla procura su indicazione del gup. In particolare il legale ha rimarcato non solo la genericità delle accuse, ma anche e soprattutto la riqualificazione giuridica del fatto, effettuata – secondo il difensore – nonostante l’assenza di elementi aggiuntivi rispetto a quelli già a disposizione. Lo stesso legale si è soffermato anche sul fatto che il fascicolo sarebbe stato fermo per diversi anni nei ‘cassetti’ della procura, un aspetto che avrebbe danneggiato direttamente gli imputati e il loro diritto a difendersi.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli