Coronavirus, stop a tutto lo sport

Riunione al Coni nel pomeriggio di lunedì. Poi l’annuncio serale del premier Conte che blocca le attività in tutta Italia

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Riunione straordinaria con le federazioni e successiva decisione: stop a tutto lo sport italiano fino al 3 aprile. Questo il risultato del confronto di lunedì pomeriggio che ha visto protagonista il Coni per l’emergenza legata al Covid-19: in sostanza, d’accordo con il presidente Giovanni Malagò, sono state sospese le attività sportive ad ogni livello con al contempo la richiesta per il governo di emanare un apposito decreto che possa superare quello attualmente valido. Tra le squadre professionistiche umbre coinvolte ci sono – il calcio ‘pro’ sta andando avanti nonostante i primi casi di contagio in Lega Pro – Perugia, Ternana e Gubbio, più la Sir Perugia e la Bartoccini nel volley. La Lnd ha già disposto il blocco per il mondo dilettantistico. In serata il premier Giuseppe Conte annuncia lo stop.

IL DECRETO ATTUALE CHE CONSENTE AL CALCIO ‘PRO’ DI PROSEGUIRE A PORTE CHIUSE

Malagò a Terni

Le richieste

Hanno partecipato i rappresentanti delle federazioni degli sport professionistici (calcio, pallacanestro, pallavolo, ciclismo, pallanuoto, rugby, golf, ciclismo, baseball, softball, handball, hockey ghiaccio, hockey prato, hockey a rotelle, football americano, cricket e palla tamburello) e il segretario generale Carlo Mornati. Focus sulla salute e dunque è stato stabilito all’unanimità che «sono sospese tutte le attività sportive ad ogni livello fino al 3 aprile 2020; per ottemperare al punto sopra descritto, viene richiesto al Governo di emanare un apposito dpcm che possa superare quello attuale in corso di validità; di chiedere alle Regioni, pur nel rispetto dell’autonomia costituzionale, di uniformare le singole ordinanze ai decreti della presidenza del Consiglio dei ministri al fine di non creare divergenti applicazioni della stessa materia nei vari territori; viene altresì richiesto al Governo di inserire anche il comparto sport, sia professionistico sia dilettantistico, nell’annunciato piano di sostegno economico che possa compensare i disagi e le emergenze che lo sport italiano ha affrontato finora con responsabilità e senso del dovere, rinunciando in alcuni casi particolari allo svolgimento della regolare attività senza possibilità di recupero nelle prossime settimane a causa di specifiche temporalità delle manifestazioni. Il Coni da giorni sta sostenendo e continuerà a sostenere le singole Federazioni in tutte le iniziative che intenderanno intraprendere con le rispettive organizzazioni internazionali (europee e mondiali) al fine di armonizzare i calendari e gli eventi anche in vista delle prossime scadenze legate alle qualificazioni olimpiche».

Le parole del premier

Poco dopo le 21 è Conte ad annunciare lo stop: «Non possiamo consentire – le sue parole in conferenza stampa – che proseguano le gare del campionato di calcio, dispiace dirlo, ma i tifosi devono prenderne atto. Dovranno rimanere chiuse le palestre per lo svolgimento di attività sportive».

I dilettanti del calcio

«Il consiglio direttivo – la nota della Lnd con le parole di Cosimo Sibilia, il presidente – ha adottato il provvedimento di sospendere tutte le attività fino al prossimo 3 aprile. Abbiamo ritenuto che non bastasse fermarsi alle prescrizioni contenute nel dpcm approvato l’8 marzo ma che bisognasse adottare una decisione coerente con il momento che il Paese sta vivendo. La tutela della salute di tutti coloro che sono impegnati nelle nostre attività doveva e deve restare l’obiettivo primario da raggiungere, ma anche il punto di partenza per considerare quale impatto poteva e può avere l’organizzazione delle tante gare che ogni settimana caratterizzano la nostra attività; è un contributo necessario che il mondo del calcio dilettantistico italiano deve dare per superare il momento di difficoltà che sta attraversando la nostra nazione».

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