Test Covid ‘privato’: dubbi sulle modalità, scattano controlli Nas

Perugia, gli esami in un centro diagnostico di Collestrada dovrebbero partire venerdì. Costano 70 euro. Ma il telefono squilla a vuoto. Manca autorizzazione Regione e Iss. Intanto c’è stata una verifica

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di P.C.

A chi provava a chiedere informazioni, per tutta la mattinata, nessuna risposta dal centro diagnostico di Collestrada che ha pubblicizzato la possibilità di fare test Covid-19 a pagamento. Il centralino squillava a vuoto e per ogni opzione del menù della segreteria, si finiva irrimediabilmente ad ascoltare in loop la musichetta senza che nessuno alzasse la cornetta. E a chi provava a mandare un messaggio sulla pagina Facebook si rispondeva «lasciate un numero e vi richiamiamo».

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

Un tampone per diagnosi Covid

Fuga in avanti dei privati

Eppure, in teoria, l’attività dovrebbe partire già da venerdì mattina, come ampiamente pubblicizzato, con quelli che di fatto saranno i primi test in Umbria non disposti dall’autorità sanitaria, ma offerti, a pagamento, da privati a cittadini asintomatici. Quella dei test a tappeto è una questione su cui a lungo si è dibattuto: fino ad ora, nemmeno chi aveva sintomi da coronavirus era sicuro di ricevere un tampone, la cui procedura era (ed è tuttora) lenta e complessa, tanto da suscitare non poche polemiche. La sanità regionale pubblica – in Umbria – ha quindi optato per test rapidi anti Covid-19, che si possono effettuare ora anche a domicilio. Una novità annunciata con una approfondita conferenza stampa nei giorni scorsi. Ora, anticipando e sorprendendo gli addetti ai lavori, arriva la novità dei test in strutture private. Novità che non è piaciuta a chi guida la sanità pubblica in Umbria, visto che siamo ancora in piena fase sperimentale e c’è il rischio si crei confusione.

Il controllo dei Nas

Intanto, si è mosso il Nucleo anti sofisticazioni dei carabinieri, intervenuto nella mattinata di giovedì per verificare che tutto fosse nella norma. Al momento, non risultano esserci state contestazioni anche perché l’attività non è ancora cominciata. È stato quindi solo un controllo conoscitivo; se ne saprà di più venerdì, quando in teoria si dovrebbe partire con i primi test. A confermarlo – pubblicamente fra l’altro – è lo stesso titolare del centro, che, in un post Facebook, parla di «visita con esito positivo», «via libera alla esecuzione dei test» e si mette a disposizione delle autorità «per la verifica dei processi sanitari e per la sicurezza di tutti». Anche se, in effetti, i Nas non possono autorizzare alcunché dal punto di vista sanitario, che poi è la chiave della questione. I test sono attendibili? Vale la pena farli?

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 Evitare le truffe

Al momento nessuno può dare una risposta a questa domanda visto che anche i test rapidi che sta attuando la Regione Umbria sono ancora tecnicamente ‘sperimentali’. Solo che quelli della Regione sono gratuiti per chi vi si sottopone e vengono disposti a seguito di una evidenza medico-sanitaria. Non a chiunque li richieda. Test ancora sperimentali, dicevamo. L’unico approvato è il tampone classico, quello di cui si parla da un mese e che viene fatto solo in determinati casi. Le sue risposte arrivano nel giro di 24 ore. Di altri test ce ne sono una marea, alcuni anche palesemente truffaldini (non più tardi di una settimana fa la Guardia di finanza ne ha sequestrati 900 in Calabria) e il rischio è dietro l’angolo. Per questo, pur contando sulla assoluta buona fede di chi offre tale servizio, le autorità competenti vogliono vederci chiaro. 

Il test rapido testato nel centro di Perugia

Come funziona il test

Il test è validato CE ma non è autorizzato ancora dalla Regione né dall’istituto superiore di sanità. È un test rapido (risultati in 15 minuti) e viene fatto utilizzando campioni di sangue, ottenuto tramite puntura su un dito (come si fa per misurare il diabete) ed è finalizzato alla «determinazione qualitativa degli anticorpi IgG e IgM del 2019-nCOV». Quindi cerca gli anticorpi, non il virus. E ne rintraccia la qualità non la quantità: non è quindi possibile sapere a che livello sia la malattia: se si è avuta in passato, se è in fase latente, se nella fase acuta, se si è contagiosi oppure no. Non serve quindi per la diagnosi di infezione 2019-nCOV, il cui unico test attendibile resta il tampone, tanto che poi i risultati vengono comunque inviati al medico curante.

Quanto costa e come si fa

Il test costa 70 euro e si fa in sede. Anche se non è chiaro se gli spostamenti dei clienti (perché si tratterebbe di clienti, in tal caso, non di pazienti) possano rientrare tra gli spostamenti contemplati dal Dpcm. E questo è un altrodei punti chiave della questione.  Detto delle difficoltà a mettersi in contatto con la struttura nella mattinata di giovedì, i responsabili hanno comunque spiegato in questi giorni che le prenotazioni vengono effettuate per via telefonica e sempre al telefono viene compiuto un primo screening: non vengono accettate, ad esempio, persone che hanno sintomi, men che meno quelle in isolamento domiciliare. In un’intervista al Corriere dell’Umbria la responsabile del centro ha spiegato che per i primi tre giorni le prenotazioni sono già esaurite. Si comincia venerdì mattina, salvo novità dell’ultimo minuto.

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