Covid, Castel Giorgio: «Non trasferite i nostri familiari malati»

Lettera all’Usl dei parenti degli ospiti della struttura ‘Non ti scordar di me’, dove una decina di dipendenti sono risultati positivi

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Nell’emergenza covid tiene banco, in Umbria, la situazione della residenza protetta per malati di Alzheimer ‘Non ti scordar di me’ di Castel Giorgio, dove una decina di dipendenti sono risultati positivi al covid-19, mentre si attendono gli esiti dei tamponi estesi ai pazienti. A preoccupare i familiari degli ospiti della struttura l’ipotesi dell’eventuale trasferimento dei pazienti ritenuti a rischio, comunicata dalla direzione della stessa residenza.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

«Aumenterebbero i rischi»

«Tale ipotesi – scrivono i familiari in una lettera – è stata ventilata anche dal commissario straordinario dell’azienda Usl Umbria 2, Massimo de Fino, che, a seconda del numero di casi positivi che si evidenzieranno nelle prossime ore, ribadisce la possibilità di uno spostamento dei pazienti negativi. Ci dichiariamo contrari ad ogni trasferimento dei nostri cari presso strutture terze, che cioè non siano gestite dalla stessa ‘Non ti scordar di me’». I timori dei parenti sono legati «al rischio che chi non è stato contagiato lo diventi» e che «venga meno la indispensabile continuità di assistenza richiesta vieppiù in presenza di patologie come l’Alzheimer e le demenze ad esso assimilabili». «Qualunque soluzione alternativa in termini logistici che si renda necessaria in caso di un sovrannumero di contagiati – continuano – deve, semmai, prevedere lo sforzo di tutte le autorità preposte, sanitarie e non, affinchè si rendano disponibili spazi ulteriori, ma attigui alla ‘Non ti scordar di me’, e dal suo stesso staff gestiti».

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Le proposte

I familiari dei pazienti chiedono dunque all’Usl di «potenziare il presidio medico e di effettuare una seconda tornata di tamponi su coloro che risulteranno negativi, poiché la negatività del primo tampone è attendibile con un notevole scarto percentuale e, date le crcostanze, l’approssimazione potrebbe vanificare ogni ipotetica riorgnizzazione. «Confidiamo, infine – concludono -, che le criticità presenti possano trovare una compartecipazione di tutti coloro che sono chiamati, nell’emergenza, ad assicurare alla struttura competenze e risorse aggiuntive. Viviamo da settimane con un’ansia crescente la nostra condizione di parenti allontanati necessariamente dai loro cari, che, per evidenti ragioni, più di altri sono in balia della contingenza grave e complessa che stiamo attraversando».

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