Covid: lo 0,9% degli umbri è entrato in contatto con il virus

L’Istat e il ministero della Salute hanno presentato il rapporto sull’indagine di sieroprevalenza: sono coloro che hanno sviluppato gli anticorpi

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In Umbria lo 0,9% della popolazione residente in famiglia è risultata con un IgG positivo, ovvero hanno sviluppato anticorpi per il Sars-CoV-2. Il dato assoluto è pari a 7.519 su un totale di 878.270 persone: è ciò che emerge dai risultati dell’indagine di sieroprevalenza sviluppata da Istat e ministero della Salute tra il 25 maggio ed il 15 luglio. Il dato nazionale si attesta al 2,5%.

INDAGINE SIEROPREVALENZA: IL REPORT – DOCUMENTO 

La lettura

Nel documento viene messo in evidenza come l’indagine abbia puntato a «definire la proporzione di persone nella popolazione generale che hanno sviluppato una risposta anticorpale, attraverso la ricerca di anticorpi specifici nel siero1. I risultati sono provvisori e sono relativi a 64.660 persone che hanno effettuato il prelievo e il cui esito è pervenuto entro il 27 luglio». In totale sono 1.482.000 (il 2,5% citato in precedenza) i soggetti ad essere entrati in contatto con il virus: «Sono dunque – sottolineano Istat e ministero della Salute – sei volte di più rispetto al totale dei casi intercettati ufficialmente durante la pandemia attraverso l’identificazione del Rna virale».

L’INDAGINE DI SIEROPREVALENZA IN UMBRIA

I numeri per l’Umbria e il contesto generale

Su base regionale l’Umbria si ferma allo 0,9% con un estremo inferiore dello 0,4% e superiore dell’1,3%: «I dati dicono – si legge nel report – che siamo molto lontani dall’immunità di gregge. Basti pensare che in Lombardia, dove il virus è circolato di più, la prevalenza è al 7,5% con un intervallo di confidenza tra 6,8% e 8,3%. Non si può abbassare la guardia, conta molto la responsabilità individuale, seguire le regole di lavarsi spesso le mani, mettere la mascherina e rispettare le distanze. La sieroprevalenza è più alta nella provincia di Bergamo con il 24% e Cremona con il 19%. Segue un gruppo di regioni del centro nord con sieroprevalenza puntuale intorno al 3%, uno intermedio composto da Friuli, Lazio, Toscana e Umbria e poi il Mezzogiorno con un tasso più basso».

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

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