Covid Umbria: «Ascesa si è fermata ma non c’è ancora l’inversione»

L’analisi dei dottori Marco Cristofori e Carla Bietta del nucleo epidemiologico della Regione Umbria

Condividi questo articolo su

«É difficile identificare all’interno della nostra regione delle zone rosse, ovvero più critiche rispetto ad altre, perché c’è un movimento del virus piuttosto casuale. In alcune aree c’è un’incidenza più elevata ma si tratta di un dato in continua evoluzione». A parlare è il dottor Marco Cristofori, componente del nucleo epidemiologico della Regione Umbria. Giovedì mattina, insieme alla collega Carla Bietta, ha analizzato l’andamento della pandemia da Covid-19 sul territorio regionale.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

L’andamento dei contagi

«La crescita esponenziale dei contagi – ha detto Cristofori – si è conclusa intorno al 1° novembre ma ancora non vediamo un’inversione drastica della curva, piuttosto c’è stabilità con, al massimo, un lieve calo. Al 18 novembre l’RT calcolato era di 1,26. Rispetto alle classi di età, sempre intorno all’inizio di novembre la fascia 14-18 anni, la più alta fino a quel momento, ha iniziato a scendere in maniera piuttosto evidente. L’età mediana è oggi intorno ai 45 anni e, dopo l’incremento che l’ha caratterizzata per diversi giorni, è sostanzialmente stabile da un paio di settimane».

Decessi

Sui decessi, la dottoressa Bietta ha detto che «il sistema sanitario è stato sostanzialmente in grado di accogliere tutti ma, purtroppo, non sempre con esito positivo. L’età media dei decessi è di circa 80 anni al momento, si tratta di persone per la stragrande maggioranza dei casi affetti anche da altre patologie».

Crollo della mobilità

Un altro tema è quello della mobilità, ovvero la circolazione delle persone: «Le misure attuate hanno portato ad un crollo della mobilità, con particolare riferimento a locali, esercizi, negozi, ma anche mezzi pubblici. E il calo delle temperature sta limitando anche la mobilità all’aperto, è il caso ad esempio dei parchi. La riduzione complessiva della mobilità in Umbria, fra il 1° ottobre e il 15 novembre, è stata del 50% circa».

I tamponi della domenica, tanti positivi e pochi test

L’andamento dei tamponi indica che ci sono dei giorni – come la domenica – in cui i test non vengono effettuati dal territorio (Usl) ma solo dai servizi di ’emergenza’. Da qui l’elevata positività e il relativo scarso numero di tamponi in quei giorni.

La sintesi

«Come a livello nazionale – ha concluso Cristofori – c’è una riduzione della crescita esponenziale e quindi un appiattimento dell’andamento dell’epidemia. Più indicatori insieme ci dicono che effettivamente c’è una situazione più stabile rispetto all’impennata registrata dal 7/8 ottobre fino ai primi di novembre. Con quel trend avremmo registrato un’esplosione insostenibile di casi Covid. Tutto ciò va preso con le molle ma si può parlare di stabilizzazione del fenomeno. L’evoluzione si avrà quando potremo vedere una riduzione di ricoveri e decessi, ovvero a più di un mese dall’attuazione delle misure restrittive». Per la dottoressa Bietta «l’attività di contact tracing è ripresa e questo è un altro elemento che ci fa dire che si è tornati a governare l’epidemia».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli