Mascherine, misure, vaccini e lockdown dei non vaccinati: parla il professor Stracci

L’epidemiologo di UniPg: «La priorità è proteggere le strutture sanitarie, le persone a rischio e coloro non hanno una copertura vaccinale adeguata»

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di F.T.

«Il lockdown per i non vaccinati realizzato in Germania ha certamente un senso in questa fase di grande diffusione dei contagi. Lo avrebbe ancora di più se fosse mirato ai soggetti a rischio di malattia severa, per età o patologie pregresse. Ma non credo si farà mai. Quindi possiamo raccomandare alle persone a rischio che non si sono vaccinate, di adottare ogni cautela inclusa la limitazione dei contatti e l’uso estensivo delle mascherine Ffp2, anche in contesti familiari. Una raccomandazione simile si può fare anche a coloro che sono a rischio di malattia severa e non hanno ancora ricevuto la terza dose di vaccino o ne hanno ricevuta una sola dopo aver superato l’infezione da SARS CoV 2. Perché dobbiamo scongiurare l’ascesa di casi gravi e decessi e perché, altrimenti, i nostri ospedali e le strutture sanitarie rischiano nuovamente una pressione eccessiva. Per evitarla, oltre a quanto detto, servono anche altre cose. Ad esempio raggiungere quanto prima la massima capacità di somministrazione dei vaccini, spingendo al massimo per velocizzare la somministrazione delle terze dosi alle persone a rischio».

SPECIALE COVID – UMBRIAON

«Cosa possiamo fare nelle attuali circostanze»

A parlare è l’epidemiologo Fabrizio Stracci, docente, direttore della scuola di specializzazione in igiene e medicina preventiva di UniPg, membro del comitato tecnico scientifico regionale. «Dire che questa ondata era inattesa non è corretto – spiega -. Forse non era attesa con questi numeri e direi che l’ultima cosa che possiamo fare, in questo contesto, è rilassarci. Ci sono delle cose da cui, ora più che mai, non possiamo prescindere, come l’utilizzo di mascherine Ffp2 in ogni situazione a rischio e sicuramente al chiuso. Poi, visto che a differenza del passato presumibilmente non ci sarà alcun lockdown, servono coscienza e buonsenso specie in questo periodo di feste, assembramenti e cenoni. Dobbiamo preoccuparci delle strutture sanitarie, che devono essere organizzate in maniera tale da ridurre la possibilità che si sviluppino focolai interni, e poi dobbiamo vaccinare chi al momento non ha una protezione adeguata, sì anche giovani e bambini, ma in via prioritaria le persone a rischio di sviluppare malattia severa: vaccinati con fattori di rischio che non hanno ancora ricevuto la terza dose e persone con fattori di rischio non vaccinate. Loro, in questa fase, devono stare ancora più attenti».

Test rapidi: «Non possono rassicurare al 100%»

Il professor Stracci mette poi in guardia dall’efficacia dei test rapidi, antigenici, ovvero ‘fai da te’: «Sono utili per identificare le persone con infezione ma non possono rassicurare al 100% in caso di negatività. Spesso la sensibilità di questi test è bassa e non individuano il virus, ad esempio quando la carica virale è modesta. Ciò accade all’inizio e alla fine della malattia. E anche se la carica virale dovesse essere bassa, il rischio di contagio in spazi chiusi, quando si sta insieme a lungo, è assolutamente significativo. Per cui le precauzioni vanno mantenute anche in presenza di un test rapido negativo in particolare verso le persone a rischio di malattia severa».

L’ascesa delle curve: «Importante ma difficile contenere la diffusione del virus in questo momento»

Come è evidente, a fronte di tali numeri le curve dei ricoveri – compresi in quelli in terapia intensiva – e dei decessi, sono destinate comunque a salire: «L’efficacia sullo sviluppo della malattia e sulla mortalità credo sia evidente a tutti. Il punto è che se l’infezione si diffonde troppo rapidamente nella popolazione, e soprattutto tra le persone a rischio, l’impatto in termini di ricoveri e ricoveri in terapia intensiva potrebbe essere importante nonostante la copertura vaccinale e la probabile minore virulenza della variante Omicron». In sostanza, le azioni che possiamo fare per ridurre le possibilità che questa situazione si presenti sono chiare e le conosciamo. Attuarle è un dovere.

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