Crediti Usl Umbria 1: il recupero di 2 milioni diventa un caso

Arrivate agli utenti centinaia di lettere di ingiunzione di pagamento

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di Giovanni Cardarello

Codici bianchi di pronto soccorso, sanzioni commerciali, prestazioni prenotate e non effettuate, ricovero di persone straniere, errori di indicazioni nel tipo di esenzione ed errori materiali nella compilazione della richiesta. C’è davvero di tutto nel calderone dei crediti in sofferenza dell’azienda sanitaria Usl Umbria 1, per un ammontare di circa due milioni di euro. Un calderone che è diventato un serio problema in termini di bilancio, soprattutto nell’era della riorganizzazione, e che rischia di scoppiare nelle mani dei dirigenti competenti.

Enrico Martelli

Il motivo non è quello, immaginabile, del danno erariale e della riduzione delle prestazioni per mancanza di fondi, bensì il tentativo del legittimo recupero del credito. Sembra un paradosso ma è la realtà. Vediamo come e perché. A metà del 2022 i dirigenti amministrativi della Usl1, dopo una ricognizione completa e approfondita della situazione, hanno individuato una massa di crediti importante. Come accennato, pari a circa due milioni di euro. Crediti derivanti da prestazioni non pagate e risalenti fino all’anno fiscale 2014.

A valle di questa verifica i dirigenti hanno attivato la procedura di recupero del credito inviando raccomandate ai singoli utenti coinvolti. Si trattava, ovviamente, di una raccomandata con avviso bonario il cui esito però è stato nettamente inferiore alle attese. Secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, meno del 20% degli utenti hanno pagato le cifre richieste. Inevitabile scalare la questione rivolgendosi ad una società di specializzata nel campo.

Nello specifico la Usl Umbria 1 si è rivolta alla Area S.r.l. società di Mondovì, centro di 22 mila abitanti in provincia di Cuneo. Società che, a dispetto della distanza dall’Umbria e delle ridotte dimensioni del territorio dove ha sede, è considerata una delle aziende top del settore a livello internazionale. La Area si muove velocemente rispetto all’assegnazione dell’incarico ed invia tutta una serie di lettere, centinaia di lettere, per intimare all’assistito di saldare quanto dovuto alla Usl1.

Trattandosi di sanità, il nervo scoperto di ogni cittadino, è scattata immediata e paradossale la protesta. Una protesta di ogni tipo, dalle mail alle telefonate, passando per chi ha preso d’assalto la direzione amministrativa dell’azienda sanitaria, ma anche gruppi Facebook alcuni dei quali hanno perfino parlato di ‘truffa’. A chiarire la vicenda, in modo netto e definitivo, arrivano le parole del direttore amministrativo della Usl1, Enrico Martelli in un’intervista a Il Messaggero. «Prima di far partire le ingiunzioni – spiega Martelli – abbiamo avvisato tutti i creditori. Notifica con lettera raccomandata e motivo della richiesta di rientrare».

Richieste che sono frutto, peraltro, di accertamenti della Guardia di finanza. Martelli entra anche nel merito di uno dei nodi della protesta, ovvero la mancata indicazione, nelle lettere di sollecito della società di recupero crediti, del motivo specifico della richiesta. «Abbiamo avvisato gli utenti – sottolinea il dirigente – che in caso di chiarimenti possono rivolgersi ai distretti di appartenenza perché lì ci sono le pratiche relative ai crediti che l’azienda sta richiedendo». La palla ora è operativamente nelle mani di Area S.r.l., distretti sanitari e debitori e, vista la dimensione del credito, la Usl Umbria 1 non mollerà la presa.

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