Crisi in Regione, politica al lavoro

I socialisti, con Silvano Rometti, e i sindaci del PD prendono posizione ed esprimono preoccupazione per quanto sta accadendo

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La crisi in Regione, le dimissioni dell’assessore Barberini e le polemiche che ne sono seguite – e che tutto lascia prevedere seguiranno – sono oggetto di due prese di posizione diverse.

Rometti «I socialisti umbri, pur non intendendo in alcun modo entrare nelle vicende interne ad altri partiti – dice il reggente della segreteria regionale, Silvano Rometti – esprimono forte preoccupazione per gli effetti che tali dimissioni e la conseguente crisi hanno determinato sul terreno politico ed istituzionale della Regione. Appaiono quanto meno incomprensibili in particolare ai cittadini umbri, che assistono disorientati capendo poco o nulla di quanto sta accadendo, le vere ragioni di uno scontro così aspro, per molti versi mai verificatosi in passato, a solo otto mesi dalle elezioni regionali».

La frattura Secondo Rometti, «la frattura determinatasi all’interno del gruppo consiliare del PD, testimonia la presenza di tensioni e nervosismi mai sopiti ed ha già prodotto una pluralità di effetti pesantemente negativi, sia di carattere istituzionale, politico ed interpersonale, che nel rapporto fiduciario che deve intercorrere in particolare tra presidente, assessori e consiglieri regionali. L’Umbria grazie anche al contributo importante dei socialisti e dei suoi amministratori, si è sempre caratterizzata e distinta per la sua stabilità di governo, per la sua forte capacità di produrre buona amministrazione, rappresentando per quanto concerne la sanità un punto di eccellenza a livello nazionale e per aver saputo in questi anni, attraverso l’attività dei propri amministratori e delle forze politiche di riferimento, mantenere con i cittadini ed i territori uno stretto e costruttivo rapporto di partecipazione, coinvolgimento e reciproca fiducia. Oggi alla luce di quanto sta accadendo, tutto questo rischia seriamente di essere compromesso».

L’appello Secondo Rometti, «il PD, governando con il Partito Socialista la gran parte delle istituzioni regionali ed essendo il partito di maggioranza assoluta, ha la primaria responsabilità ed il precipuo dovere nei confronti di tutti i cittadini umbri, di garantire stabilità, serietà nei comportamenti e spiccato senso delle Istituzioni. Se c’è un comportamento che nessuna forza politica democratica può permettersi è quello di alimentare il sospetto di voler utilizzare le istituzioni come terreno di scontro per fini ed obiettivi che nulla hanno a che vedere con una corretta e salutare dialettica democratica».

I sindaci PD Quasi a rispondere alla richiesta dei socialisti, arriva una nota dei sindaci PD dell’Umbria, che esprimono «forte preoccupazione per le fibrillazioni scaturite in seno alla giunta regionale a seguito della vicenda relativa alle nomine degli apicali delle strutture sanitarie. Lo stato di tensione permanente rischia di frenare l’azione di governo regionale che, al contrario, va rilanciata su una serie di tematiche cruciali per il futuro dell’Umbria, tra le quali la sanità, ambito in cui i sindaci rivendicano, per il ruolo che si trovano a svolgere, un maggiore protagonismo e coinvolgimento. I primi cittadini intendono rappresentare un sentimento diffuso in tutte le comunità locali, poco appassionate alle ‘nomine’ ma molto sensibili, invece, al tema del rilancio economico della nostra regione e alla difesa di uno stato sociale inclusivo e universale».

Il dibattito Allo stesso tempo «i sindaci e la segreteria regionale del Pd rivendicano il merito di avere promosso una discussione tesa a trovare incisive risposte alle problematiche attuali in tema di gestione dei rifiuti. Per queste ragioni i sindaci democratici invitano tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e politici, ad abbassare i toni della discussione e contribuire, ciascuno, a trovare le opportune soluzioni in grado di restituire unitarietà all’azione di governo regionale perché il Pd è in primo luogo una comunità politica che può esistere solo attraverso il rispetto e la fiducia reciproca. Senza l’idea e la prassi di ‘comunità’ non c’è politica, non c’è governo, non c’è Pd».

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