Dalle stelle alle stalle, l’odissea di Papigno

Terni: Report ricostruisce l’ascesa e il declino degli studios e del sogno-università. Il futuro ora è lo Stato. Ma senza altre illusioni

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Un quadro desolante dove Terni fa la figura della provincia in cui si erano accumulate speranze e investimenti ma rimasta con in mano un pugno di mosche, e forse neanche quello. La saga Terni-Cinecittà-Papigno, uno dei capitoli meno edificanti della (relativamente) recente storia cittadina è stata oggetto di un servizio andato in onda lunedì sera nella trasmissione Report di Rai3.

Dalle stelle… Dal successo da oscar de ‘La vita è bella’ di Roberto Benigni, che spinge il regista-attore ad aprire i propri studi cinematografici nell’ex fabbrica di Papigno dove il film era stato girato, ai milioni – circa dieci – investiti attraverso capitali pubblici nel ‘sogno del cinema’ ternano, fino al passaggio di mano – dopo i meno convincenti ‘Pinocchio’ e ‘La tigre e la neve’ – a Cinecittà che si sarebbe accollata anche 5 milioni di ‘rosso’ del regista toscano (liquidandone 3,9).

…alle stalle Da lì, un baratro fatto di assenza di investimento da parte di Cinecittà Studios, un’università – la facoltà di scienze della produzione artistica di Maratta – portata a Terni sulla scìa delle speranze di una ‘nuova capitale del cinema’ e poi naufragata con studenti che hanno avuto appena il tempo di conseguire una – quasi – inutile laurea triennale. Fino alla chiusura definitiva degli studios ternani, oggi abbandonati e oggetto nel tempo di ripetuti raid di ladri di rame e cavi metallici.

Una parte degli studios

Naufragi A parlare nel corso del servizio sono stati il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, che oltre a ricordare gli investimenti passati ha spiegato come Cinecittà si sia fatta, praticamente, solo carico dei debiti di Roberto Benigni senza investire né portare produzioni. Oltre a lui, Enrico Melasecche che ha ricordato un altro ‘sogno’ collegato e naufragato: quello del CMM, fatto anche in questo caso di investimenti pesanti, senza ritorni.

Ultima spiaggia Difficile sperare in un rilancio di Papigno, anche se il ministro dei beni culturali Dario Franceschini ha parlato della possibilità, concreta, che lo Stato acquisti l’indebitata (circa 32 milioni di euro di ‘rosso’) Cinecittà – e con essa ciò che resta degli studios di Terni – per farne una ‘cittadella del cinema e dell’audiviosivo’. Difficile anche solo pensare che, una volta ripresa in mano dal capitale pubblico, la gloriosa società di stanza a Roma consideri Papigno come una priorità. Ma, di certo, è un punto da affrontare. Senza altre illusioni.

 

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