De Luca Latini vis-à-vis Ci scappa pure il ‘pepe’

Terni, tentativo – in parte riuscito – dell’ordine degli ingegneri di risvegliare una campagna ‘buonista’. L’uomo del M5s più reattivo, il candidato del centrodestra rassicurante

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di F.T.

Finalmente un po’ di ‘pepe’, più per merito delle rispettive ‘claque’ che non dei diretti interessati – anche se De Luca, giustamente visto il gap del primo turno, ci ha provato – nel confronto diretto ben organizzato dall’ordine degli ingegneri di Terni – e dal suo presidente Simone Monotti – fra i due candidati a sindaco giunti alla prova finale del ballottaggio. Il faccia a faccia, per forza di cose, ha lasciato trasparire qualcosa in più sulle rispettive personalità rispetto ai confronti precedenti. Una modalità che mette a nudo – e consente meno di nascondersi – rispetto ai maxi dibattiti. In fin dei conti, il candidato del Movimento 5 stelle è apparso più netto, deciso e pungente del ‘collega’, forte anche di un’esperienza di quasi quattro anni come consigliere comunale. Latini invece si è confermato moderato, ragionevole e per certi versi rassicurante. Coerentemente con quanto visto e sentito durante la campagna elettorale.

Simone Monotti

Tema libero In apertura, una presentazione ‘libera’ da parte di ciascuno. Per De Luca «a Terni serve un cambiamento basato sul coraggio, non sul terrore. Serve la capacità di analizzare i dati oggettivi, non più emotività. Dal 25 giugno – ha detto – sono pronto a governare con una squadra ‘monolitica’ basata su un programma chiaro, senza compromessi. Tre sono le priorità: non avere più paura di ammalarsi per il solo fatto di vivere a Terni, far fruttare ogni singolo euro investito nello sviluppo economico e diminuire le distanze sociali fra i cittadini. Tutto ciò amministrando un Comune le cui porte siano finalmente spalancate alla gente». Per Latini «bisogna liberare quelle energie che la città, da tempo imbrigliata, non è stata più in grado di esprimere. Servono parità di diritti, concorrenza e merito. Servono corpi intermedi insieme ai quali ricostruire un tessuto sociale ed economico lacerato, prima che sia troppo tardi. E noi saremo parte attiva di questo cambiamento».

Turismo Si è poi passati ai temi delle domande poste dagli undici giornalisti coinvolti direttamente nell’iniziativa. Sul turismo, Latini ha sottolineato come «la messa a sistema della cascata delle Marmore sia stata un’invenzione della giunta Ciaurro. Noi dobbiamo investire sul turismo sportivo, enogastronomico e culturale facendo perno su San Valentino. La Valnerina ternana è poi risorsa cruciale e anche per questo incontrerò il sindaco di Visso e senatore Maurizio Pazzaglini, per costruire un progetto in grado di lanciare una delle più belle location italiane in fatto di sport outdoor». Per De Luca le parole d’ordine sono «integrazione fra settori e marketing territoriale. Sì – ha aggiunto – la cascata è visitata ogni anno da 400 mila turisti, ma che restano qui in media 2,1 giorni ciascuno. Terni è una sorta di ‘campo base’ per chi visita l’Umbria ma noi dobbiamo dare a tutte queste persone un motivo buono per restare qui. La conca e i territori limitrofi possono diventare un enorme parco a tema all’aria aperta, incentrato sullo sport».

Incompiute Tante le opere in attesa di essere completate, o proprio di partire, in città. Per Thomas De Luca «avere un palasport è fondamentale anche per le manifestazioni culturali e gli eventi». Si è poi soffermato sulla fontana di piazza Tacito («assurdo che la situazione sia bloccata da vincoli che non hanno alcun interesse reale, come la musealizzazione di mosaici privi di valore e che sono oltretutto un falso storico. Bisogna interpellare direttamente il ministero della cultura») e il teatro Verdi («il percorso è uno studio di fattibilità che confronti ogni opzione e poi project financing con i privati, reperendo risorse pubbliche»). Leonardo Latini dà la precedenza «alle manutenzioni ordinarie e straordinarie, anche delle strade, che hanno un’incidenza reale sulla vita delle persone. Quindi alle opere incompiute ed infine a simboli, oggi cancellati, come la fontana. Ciò attraverso un elenco di priorità che va stilato in base allo stato ed ai finanziamenti disponibili per ciascun progetto».

Ambiente ‘caldo’ Sull’ambiente – cavallo di battaglia del M5s – lo scontro si è acceso con De Luca che ha accusato l’altro contendente di non sapere «che gli inceneritori ternani non bruciano rifiuti solidi urbani ma pulper di cartiera proveniente da Lucca. Trovo ciò, al pari delle dieci righe di programma del centrodestra sull’ambiente, irriguardoso anche per il fatto che le nuove risultanze dello studio Sentieri ci dicono che Terni è fra quelle realtà fortemente inquinate che hanno fatto registrare un incremento di tumori maligni fra le giovani generazioni. Vogliamo chiudere la stagione dell’incenerimento aperta dal centrodestra a Terni». Sull’acciaieria il candidato pentastellato ha affermato che «bisogna abbattere le emissioni diffuse di metalli, mettere in sicurezza la discarica di Ast e realizzare dopo anni di attesa l’impianto di riciclo delle scorie. Da ciò deriva il futuro e quindi la sopravvivenza del polo siderurgico». Precedentemente Latini aveva espresso l’esigenza «che Terni, attraverso il governo, diventi un caso nazionale con un piano straordinario di interventi. Per gli inceneritori mi impegnerò perché non vengano riconvertiti nè vengano concesse nuove autorizzazioni, spingendo sulla raccolta differenziata». Fra gli altri temi, il traffico («la mobilità a Terni è da rivedere in più parti»), il riscaldamento degli edifici («incentivi all’acquisto di impianti, pubblici e privati, meno impattanti e riprendere il progetto del teleriscaldamento») e il verde («paghiamo anche la ‘politica della motosega’ degli ultimi anni che ha impoverito il patromonio arboreo della città»).

Thomas De Luca

Cultura «aperta» Sulla cultura – anche se Latini ha parlato di «anni di monocultura che a Terni ha imposto iniziative abbastanza autoreferenziali e assegnato la gran parte dei fondi al Caos» – le posizioni non sembrano poi così distanti. Entrambi si sono detti «aperti a tutte le istanze, al pluralismo ed agli eventi che possono dare un nuovo respiro alla città e ai suoi giovani». Idem sul rapporto con la cooperazione sociale («ci siano bandi realmente aperti a tutti, monitorando l’esecuzione dei servizi e facendo sì che il Comune sia tempestivo nei pagamenti. Altrimenti tutto ricade sulle spalle dei lavoratori», ha detto il candidato del centrodestra), mentre sul ‘sociale’ De Luca – che lo ha citato come ambito programmatico fondamentale – ha insistito sulla «necessità di ridurre le diseguaglianze in una città lacerata e che oggi si sente meno comunità di ieri».

Mobilità, M5s pungente Ad alimentare il brusìo in sala – cresciuto con il passare dei minuti così come le manifestazioni di approvazione o di dissenso (leggasi fischi) a seconda del candidato e dei ‘supporters’ – c’ha pensato una risposta data dal candidato del M5s sul tema della mobilità alternativa: «Voglio mettere ogni cittadino in condizione di lavorare e vivere il proprio tempo libero senza più possedere un mezzo privato». Concetto poi argomentato con l’esempio-Oslo, european green capital del 2019, ma che è stato letto come abbastanza estremo. Di contro Latini ha insistito sulla necessità «più che di imporre, di creare percorsi virtuosi e portare i cittadini a seguirli naturalmente. A partire da comportamenti come andare a piedi o in bici». Plastica raffigurazione di concetti non dissiminili ma detti, in un caso, in maniera tranchant e, in un altro, in modo decisamente più morbido. De Luca punta forte, però, sulla futura gara regionale per il trasporto pubblico: «Sul nostro territorio opera una società che rifornisce di idrogeno i mezzi di trasporto ‘green’ – bus e autovetture – utilizzati in ambito pubblico a Bolzano. Ho parlato con questa realtà che si è detta pronta ad investire sul territorio. Ecco, le risorse regionali potrebbero finalmente servire a dotarci, anche a Terni, di mezzi senza alcun impatto ambientale, sicuri e ormai diffusi».

Immmigrazione e sicurezza Poche ricette, e non potrebbe essere altrimenti, sulla questione immigrazione e quindi sicurezza. Se non quella di rinforzare, anche sulla base delle determinazioni che il ministro dell’interno Matteo Salvini si è detto pronto ad assumere, la polizia locale (concetto espresso da Latini) e più in generale il sistema dei controlli. De Luca, in fatto di sicurezza, è invece partito dallo stato di salute della città: «In un contesto in cui ambiente, lavoro e urbanistica lasciano – diciamo – a desiderare, ci si sente automaticamente stranieri in casa propria. Ed è ovviamente più difficile trovare una modalità diversa per le persone che arrivano sul territorio, oggi di fatto una ‘sala d’aspetto’ per opportunità che non arriveranno mai»). Latini infine ha incassato l’applauso dei ‘suoi’ con un concetto semplice: «Dal punto di visto dell’immigrazione e dei nuovi arrivi, il nostro territorio è saturo».

Leonardo Latini

Conti in disordine, botta e risposta Sul tema del dissesto economico finanziario, altro cavallo di battaglia pentastellato, De Luca ha menato pesanti fendenti all’amministrazione Di Girolamo. Partendo però da un concetto espresso dal candidato del centrodestra che ha detto: «Sono stati violate le pratiche di buona amministrazione che dobbiamo ripristinare». «Fossero solo quelle – ha replicato De Luca -, invece siamo di fronte a totali violazioni giuscontabili e ad un ‘buco’ milionario ben superiore alle stime di parte fatte finora, complice un’opposizione – non la nostra – troppo spesso morbida».

Toh, la politica Si è poi ragionato su sviluppo economico, università – per tutti e due si può, e forse si deve, dialogare con realtà extra umbre – ed infine di politica. In merito al bacino elettorale del Pd, ad oggi ‘orfano’, è stato chiesto ai due se ritengano plausibile che quegli elettori votino per loro. Apparentemente evasivo De Luca, pur politicamente più prossimo proprio a quel bacino, che ha sottolineato come «le vicende nazionali non vadano mischiate con quelle locali» e che «la seconda giunta Ciaurro è finita proprio per guerre fratricide interne. Il nostro programma interessa trasversalmente tutti a prescindere dalle appartenenze. Se a Terni non troveremo una coesione che vada oltre questa logica ‘di bandiera’ – è stato il passaggio più significativo – non avremo più la possibilità di cambiare questa città». Latini ha evidenziato come «la differenza fra destra e sinistra sia molto sfumata dopo ciò che è accaduto a Terni, dove c’è una sinistra ‘di popolo’ che si sente tradita dai propri vertici. Gli elettori hanno dimostrato di essere in grado di valutare proposte politiche e progetti e non vedo alcuna preclusione, da parte del ‘bacino’ del centrosinistra, verso l’una o l’altra parte». Poi spazio agli appelli finali, con l’ironia di Latini che, dopo un breve intervento, si è rivolto alla parte di platea ‘nemica’: «Almeno non vi ho dato il tempo di fischiare». Stretta di mano di rito, come già in apertura, e tutti a casa.

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