Dirigenti Comune Terni Nuovo cambio in vista

C’è chi ha deciso di lasciare palazzo Spada per tornare nel Lazio: si tratta del dirigente alle attività finanziarie Claudio Carbone. L’opposizione attacca ancora sul rendiconto

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di S.F.

La possibilità di avvicinarsi alla sua terra d’origine attraverso una vecchia procedura che lo aveva visto protagonista. A palazzo Spada ancora aria di saluti tra i dirigenti e questa volta – leggasi Mauro Manciucca – non c’entra nulla il pensionamento, si tratta di una scelta personale: Claudio Carbone, ufficialmente a capo della direzione attività finanziarie dal 20 dicembre dopo la vittoria nel concorso pubblico nell’estate 2019, è pronto a tornare nel Lazio. Per il Comune non proprio una buona notizia: in giornata è arrivata una comunicazione per concordare i tempi della risoluzione contrattuale.

NOVEMBRE, SEMAFORO VERDE PER L’ASSUNZIONE
LA BARUFFA SUL RENDICONTO 2019

La possibilità

Il 52enne si era guadagnato il posto dirigenziale terminando al 1° posto davanti a Grazia Marcucci – ora in Provincia a Rieti, con lo scorrimento sarebbe lei ad essere chiamata in causa nei prossimi mesi -, Luca Leone e Michela Marchi. Poi il decreto del sindaco Leonardo Latini (13 dicembre) per l’incarico triennale e l’avvio del ‘pesante’ lavoro sulle attività finanziarie, con i bilanci da preparare e sviluppare durante il periodo del lockdown. Direzione stabilizzata e tutto liscio. E invece no. Carbone ha infatti partecipato alla selezione ‘per idonei in graduatorie di concorsi pubblici espletati da altri enti per la copertura di un posto di dirigente di area economico finanziaria’ dell’amministrazione di Cisterna di Latina. Segnale chiaro. Rientro in Ciociaria in vista per lui. E grana per palazzo Spada che, presumibilmente entro settembre, dovrà procedere con la sostituzione. Con quali modalità è tutto da vedere.

LA LETTERA DEL TESORIERE

Francesco Filipponi

«Precarietà del consuntivo è netta e chiara»

Intanto dopo il consiglio comunale di martedì è Francesco Filipponi (Pd) a tornare ad attaccare sul tema: «Gli ultimi accadimenti ed in particolare anche la lettera del tesoriere confermano le nostre posizioni già espresse in sede di esame del bilancio comunale 2019. L’anticipazione di tesoreria non poteva essere posta in capo all’Organismo straordinario di liquidazione, doveva essere mantenuto nel bilancio ordinario dell’ente. La maggioranza si aggrappa ad una corrispondenza con il Ministero senza però tenere conto delle norme, ovvero l’articolo 255 del tuel e delle disposizioni in merito della legge di bilancio per il 2018, ma soprattutto senza tenere conto delle giurisprudenza delle corte dei conti regionali, tutta nella direzione da noi riportata. La precarietà del bilancio consuntivo 2019 – sottolinea il capogruppo Dem – è oggi ancora più netta e chiara soprattutto anche alla luce di nuovo materiale messo a disposizione dei consiglieri con ritardo. I revisori scrivono palesemente che in caso di risoluzione della controversia relativa alla anticipazione di tesoreria in favore del tesoriere, ciò comporterà un nuovo dissesto. Abbiamo evidenziato tutto questo con l’unico scopo di scongiurare nuove sciagure per i cittadini ternani, unici nostri punti di riferimento».

I PROBLEMI CON IL TESORIERE: MANCATA PARIFICAZIONE

Luca Simonetti

«Fortissimo rischio nuovo dissesto»

Ad esporsi ancora è anche il consigliere del M5S, Luca Simonetti: «Non mi interessano le piccole offese che arrivano dalla maggioranza rispetto le considerazioni fatte da noi consiglieri di minoranza in fase di bilancio e non alterano la stima che provo per tante persone che come me cercano di fare il loro dovere seppur su fronti opposti.  Rivendico però che quanto detto era ed è a tutela di tutti i consiglieri, anche a quelli che oggi esternano con fierezza il loro voto. Soprattutto alla luce della corrispondenza intercorsa tra Comune e Corte dei conti, pervenuta in fase di consiglio relativamente alle partite tra Osl, Comune e Tesoreria. Dove ci sono scritte parole identiche alle nostre, in cui si evince il fortissimo rischio di un nuovo dissesto qualora avvenisse semplicemente quello che la legge prevede con un orientamento unico, senza eccezioni conosciute. Questo dovrebbe – termina – solo far riflettere in che condizione si è portato il consiglio a votare un bilancio non valutabile, adulterato da tante dinamiche aperte. Un bilancio frutto della gestione di centrodestra che di fatto risente del passato ma che in questa occasione non trova nel passato la solita autoassoluzione plenaria».

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