E45, aree di servizio assaltate con machete e roncola: tre arresti

Alto Tevere – In manette gli autori delle rapine avvenute a fine 2022. Sono tutti residenti fra Città di Castello e San Giustino

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Tre persone sono finite agli arresti domiciliari e una quarta è stata denunciata a piede libero a seguito delle indagini dei carabinieri della Compagnia di Città di Castello, in collaborazione con l’Arma di Sansepolcro. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip di Perugia per le rapine avvenute a fine dicembre in due aree di servizio lungo la superstrada E45, a Città di Castello (Perugia) e Pieve Santo Stefano (Arezzo). Gli arrestati sono un 24enne originario dell’Argentina e residente a Città di Castello, un 25enne di Città di Castello, e un 22enne originario del Marocco e residente a San Giustino: tutti finiti ai domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico. L’indagato a piede libero è un 28enne del Ghana, anche lui residente a Città di Castello.

la ricostruzione delle rapine

Nelle due rapine – ricostruisce la procura perugina – «gli indagati, con il volto travisato e armati di machete e di roncola, ognuno con compiti ben definiti, si sono presentati presso i distributori di carburante o autogrill facendosi consegnare dalle vittime gli incassi giornalieri». La prima rapina, avvenuta poco prima di Natale, ha interessato un distributore di Città di Castello: i malviventi, dopo aver puntato un machete alla testa del titolare, lo avevano costretto a consegnare l’incasso di circa 2 mila euro. Subito dopo si erano allontanati a bordo di un’autovettura di grossa cilindrata, in sosta poco lontano e con il motore acceso, dove li attendeva un quarto uomo. Nella seconda rapina realizzata qualche giorno dopo Natale, la banda, sempre armata di machete, aveva fatto irruzione all’interno di un autogrill di Pieve Santo Stefano. Uno dei malviventi aveva minacciato un cliente mentre un altro aveva intimato al cassiere di consegnare le chiavi della cassa e della cassaforte. Alla fine la rapina era ‘saltata’ perché il ‘palo’ rimasto all’esterno, aveva avvisato i complici dell’arrivo delle forze dell’ordine. Poi la fuga a bordo della stessa auto usata nella rapina di Città di Castello, guidata da un quarto uomo. Le indagini di procura e Arma hanno consentito – spiegano gli inquirenti – di acquisire «una serie di elementi probanti circa la responsabilità di quattro persone di varia nazionalità, tutte residenti nell’Alta Valle del Tevere».

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