«Ecco come è morta la ragazza al Trasimeno»

Angelo Izzo (il mostro del Circeo) ricostruisce in aula gli ultimi istanti di vita di Rossella Corazzin che ha trovato la sua tragica fine in Umbria in quei terribili giorni

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Aveva 17 anni Rossella Corazzin, originaria di San Vito al Tagliamento, nei pressi di Pordenone, quando, il 21 agosto 1975, si persero le sue tracce mentre era nei boschi di Tai di Cadore, nel bellunese. Angelo Izzo, il mostro del Circeo, che sta scontando due ergastoli nel carcere di Velletri, ha raccontato di aver rapito la ragazza mentre era in vacanza proprio in quelle località, di averla portata in Umbria, sul lago Trasimeno, di averla infine stuprata e poi uccisa.

Nuove indagini Le prime dichiarazioni su questo nuovo omicidio sarebbero state rese alla fine del 2016 ai Pm romani Eugenio Albamonte e Michele Prestipino, che trasmisero il fascicolo a Perugia per competenza territoriale. L’inchiesta però era stata archiviata dalla procura del capoluogo umbro. Ora però, sarebbero arrivate nuove dichiarazioni e nuove particolari, giunti da Belluno a Perugia in questi giorni. Il nuovo materiale sarà vagliato per capire se ci saranno gli estremi per riaprire le indagini.

Fredda razionalità Stando al racconto, sarebbe stato un delitto efferato ma razionale: la giovane fu scelta perché vergine. Quel giorno si era allontanata dalla casa di vacanza per una passeggiata verso il monte Zucco. Da quel momento non fu più trovata. Solo nel 2010 il Tribunale di Pordenone l’ha dichiarata legalmente morta. La madre di Rossella, morta nel 2009, non si è mai rassegnata, tanto da apporsi alla dichiarazione di morte, sancita dal tribunale nel 2010.

La strage del Circeo L’episodio precederebbe di un mese il massacro del Circeo, avvenuto la notte tra il 29 e il 30 settembre 1975, quando Izzo, con i complici Ghira e Guido, aveva attirato Donatella Colasanti e Maria Rosaria Lopez in una villa della località turistica laziale per torturarle ed ucciderle. La Colasanti si salvò fingendosi morta per poi richiamare l’attenzione di un vigile notturno che aprì il bagagliaio dove era stata rinchiusa con l’amica morta. Ora si apprende che non sarebbe stato il primo caso anche se l’ex legale di Izzo e gli avvocati dei suoi presunti complici dicono di non credere a questo nuovo racconto, che aggiungerebbe un nuovo capo di imputazione: sequestro e stupro sono prescritti, non l’omicidio.

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