Editoria, tagli al GdU: parla un giornalista

La delusione e le riflessioni di un cronista che, per 8 anni, ha raccontato la sua città

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di L.P.

“In riferimento al contratto tra lei e il Gruppo Editoriale Umbria sono a comunicare che per volontà della proprietà che rappresento […] l’azienda non intende più avvalersi della sua collaborazione”. Basta una email, spedita con un semplice clic all’ora di pranzo, per cancellare otto anni di lavoro raccontando, con passione e serietà, il territorio? Forse, per il Giornale dell’Umbria, sì.

Il racconto «Per carità io non ho mai pensato che prima o poi sarei stato assunto – racconta uno dei tanti collaboratori che venerdì si è visto recapitare sulla propria casella di posta la lettera di congedo – ma dispiace solo il modo in cui tutto questo è avvenuto». Come tanti, anche questo cronista aveva iniziato a scrivere proprio al Giornale dell’Umbria. Una realtà solida e stabile, una vera e propria redazione con professionisti che per anni, con passione e coraggio, hanno tentato di raccontare l’Umbria giorno dopo giorno. «Il mio primo pezzo è apparso in pagina 8 anni fa, avevo ancora 17 anni. Ricordo ancora l’ansia con cui quella mattina sfogliavo il giornale fino a che non l’ho vista. La mia firma, sotto al titolo. Era la cronaca di una manifestazione religiosa, si inizia sempre così. Al Giornale dell’Umbria io sono cresciuto, umanamente e professionalmente».

Il lavoro Dopo quel primo articolo è seguito un anno di duro lavoro, completamente gratis. «Quando scrivere e raccontare la tua città è la tua passione non ti importa niente dei soldi», racconta. Poi, finalmente, il ‘tesserino’ da pubblicista e l’ingresso in una vera redazione. «Ho fatto lo stage universitario a Perugia, nella sede del Giornale. Sotto, la direzione, sopra lavoravo fianco a fianco con tutti quei giornalisti che conoscevo solo di nome, attraverso gli articoli che scrivevano. Finita quell’esperienza sono tornato a casa mia, per 50 euro al mese ho mandato almeno due pezzi al giorno per tutte le settimane dell’anno. Domeniche comprese, seguivo anche lo sport».

L’amarezza Due pezzi al giorno, tutti i giorni, domeniche comprese. E una e-mail che spazza via tutto questo. «Fortunatamente ora ho un lavoro, però ero affezionato ai miei lettori, alle mie fonti. Quando per otto anni racconti la tua città e tutti ti conoscono, ecco mi dispiace pensare che da domani tutto questo non ci sarà più. Che cos’è un giornale senza la cronaca? – prosegue il racconto – Dalla notizia sul territorio a quello che accade nei palazzi dove si prendono le decisioni, la vera forza del Giornale dell’Umbria era proprio riuscire a dare spazio alle tante voci che compongono questa regione».

Le ‘firme’ Senza entrare nel merito delle decisioni assunte dalla nuova proprietà, in forza al Giornale dell’Umbria all’incirca dai primi di settembre del 2015, sicuramente la riorganizzazione in atto crea qualche perplessità. «Da giorni ormai il giornale esce senza firme, segno evidente di una frattura tra la redazione e la dirigenza. Mi chiedo ora come sarà possibile capire e raccontare quello che succede a 70 chilometri di distanza da Perugia, senza più qualcuno sul campo».

Delusione e rammarico E la conferma viene anche dal comitato di redazione del giornale che in una nota esprime «contrarietà per la decisione, attuata nel giro di pochissimi giorni, da parte dell’azienda di risolvere il rapporto di lavoro con una decina di preziosi collaboratori del giornale, alcuni dei quali veri e propri punti di riferimento da anni nel territorio regionale. Anche questa dolorosa scelta aziendale – conclude il Comitato di redazione – riteniamo dovrà essere tema di confronto nel tavolo già convocato tra l’azienda stessa, il Cdr e il sindacato».

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