Elettrocarbonium, Mise prende tempo

Terni, tutti sperano in una convocazione che, però, fino a martedì sera non è arrivata: venerdì invece c’è la conferenza dei servizi

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Un silenzio che spaventa, quello che è calato sull’Elettrocarbonium. Perché i rapporti tra i legali di Sgl Carbon ed Elettrocarbonium, si sono interotti: dopo il serrato scambio di mail della scorsa settimana, infatti, non c’è più stata interlocuzione e tutto lascia pensare che non ci sia più tempo e spazio per altre trattative. Almeno tra i due attori attualmente il scena. Ma non si registrano nemmeno altre prese di posizione: tutti zitti. E non è un bel segnale.

Il Mise Forse non è un caso, infatti, che dell’annunciato nuovo vertice vertice al Mise – la notizia era stata fatta circolare venerdì scorso, alla scadenza dell’ultimatum di Michele Monachino – si sono perse le tracce: fino al tardo pomeriggio di martedì, infatti, non si è registrato nessun invito e non c’è stata nessuna convocazione. Il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, conferma: «Ho parlato con la segreteria e ho chiesto di farla rapidamente, ma non so se e quando ci sarà la convocazione. Anche i sindacati stanno spingendo, spero veramente ci sia il prima possibile, io ho dato disponibilità in qualsiasi momento».

La bonifica Venerdì, questo appuntamento è confermato, si svolgerà invece la conferenza dei servizi, che dovrà stabilire i criteri con quali attuare il piano di bonifica presentato da Sgl Carbon, ma anche su questo ci sarebbero opinioni diverse. Secondo Sgl, che cita la legge, si dovrebbe attuare una “messa in sicurezza permanente per area a destinazione industriale”. Il Comune di Narni, invece vorrebbe condizionare l’approvazione del piano di bonifica ad un vincolo di “continuità produttiva”, che secondo la multinazionale è una procedura illegittima.

Rischio Tar Se la bonifica fosse legata ad un vincolo di continuità produttiva – questo è il timore della Sgl Carbon – si porrebbe configurare il rischio che la multinazionale riceva pressioni perché ceda il sito, al più presto e a condizioni svantaggiose, ad un possibile investitore. Tanto che, l’ipotesi è piuttosto realistica, se il piano di bonifica dovesse venire approvato con questa condizione, Sgl Carbon sarebbe già pronta a fare ricorso al Tar.

Cavilli Secondo la multinazionale, infatti, in quel caso gli oneri di bonifica potrebbero dipendere da circostanze non governabili dalla stessa Sgl Carbon, ma dal fatto che nell’immediato vi sia o meno un nuovo investitore in grado di non interrompere e proseguire l’attività produttiva. Altro motivo che porterebbe la multinazionale ad appellarsi ai giudici amministrativi sarebbe rappresentato dal fatto che, a giudizio di Sgl Carbon, non è vero che la prosecuzione dell’attività produttiva potrebbe rendere più ‘sicuro’ un sito industriale, mentre proprio la presenza di lavoratori e la prosecuzione di un’attività potenzialmente inquinante dovrebbe comportare una ‘messa in sicurezza operativa’ ben più attenta, e quindi onerosa, rispetto a quella che potrebbe essere sufficiente per un sito chiuso e in attesa di nuove destinazioni.

I quattrini Tanto più che l’accertamento, in via definitiva, degli oneri di bonifica è una condizione indispensabile per tentare di dare un futuro realistico allo stabilimento narnese: intanto perché permetterebbe a Sgl Carbon di verificare la compatibilità di una cessione del sito industriale a prezzo simbolico, con l’obiettivo poi della sua liquidazione.

 

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