Escursioni e valanghe, ‘allerta’ del Sasu

‘Burian’ ha fatto salire il grado di pericolo a livello 3 sulla dorsale dell’appennino umbro-marchigiano: le dieci regole per evitare spiacevoli guai

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Montagne ed escursionismo, sale il grado di pericolo valanghe nelle zone Catria-Monte Cucco, alta Valnerina e monti Sibillini. E il Sasu, il Soccorso alpino e speleologico Umbria, invita alla prudenza: la situazione si è sviluppata a causa di ‘Burian’ e delle repentine mutazioni nivologiche sulla dorsale dell’appennino umbro-marchigiano.

Grado 3 Il Sasu invita a «pianificare l’uscita con estrema accortezza e porre in essere ogni azione utile ad affrontare il grado di pericolosità da affrontare», con tanto di regole da seguire per evitare guai. A partire dai dispositivi di autosoccorso: «Artva, pala e sonda, sono in assoluto – specifica il Sasu – i primi a potere aiutare nel caso di coinvolgimento da valanga, per individuare chi dovesse rimanere sepolto ed iniziare l’estrazione. I soccorsi, anche i più tempestivi, arriveranno sempre dopo. In caso di gite fuoripista, con rischio elevato come in questi giorni, anche lungo gli itinerari all’apparenza sicuri, possono verificarsi distacchi di neve; perciò vanno scelte con cura le zone dove fermarsi, evitando di attardarsi sotto grandi pendenze o creste, poiché il pericolo può venire dall’alto: valanghe naturali o valanghe provocate da altri sciatori che hanno tagliato il pendio appena sopra, scivolamenti di neve o caduta di seracchi».

Le regole Il Sasu mette in evidenza che occorre «indossare l’Artva e controllarne il funzionamento prima di iniziare l’attività e mantenerlo attivo durante tutta l’escursione; muoversi il più possibile lungo le creste e le dorsali, utilizzando i punti sicuri del terreno, come le rocce, gli alberi, i tratti pianeggianti; evitare le zone sottovento e/o dominate da cornici di neve; i pendii aperti ed uniformi, o quelli che presentano bruschi cambi di pendenza, sono da considerarsi sospetti; in caso di manto nevoso instabile, non avventurarsi su pendii con inclinazione superiore a 30 gradi; evitare l’attraversamento (taglio) di pendii aperti; quando non c’è modo di evitare l’attraversamento, il pendio deve essere tagliato il più in alto possibile; la salita e discesa di un canalone deve avvenire sempre verticalmente e lungo i margini; evitare assolutamente l’attraversamento di zone che confluiscono in crepacci, salti di roccia, pietraie affioranti o altre insidie; le vecchie tracce non sono indice di sicurezza, in quanto nel frattempo la situazione può essere mutata. Anche le tracce di animali non danno garanzie.

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