Ex carcere femminile: «Evitare la vendita»

Perugia, sull’immobile era stato presentato un progetto. Per la consigliera Borghesi, Pd, è a rischio un importante patrimonio della città

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In tempi di spending review, per fare cassa, si prova a vendere tutto. La notizia, riportata da umbriaOn, è di quelle, però, che fa storcere il naso a cittadini e rappresentanti politici.

Interrogazione Così martedì mattina la consigliera Pd Erika Borghesi e il collega Alvaro Mirabassi hanno prestato un’interrogazione al sindaco e alla giunta per porre l’attenzione sulla messa in vendita, da parte del demanio, dell’ex carcere femminile. Sul sito internet investinitalyrealestae.com, portale dedicato alla presentazione di offerte di investimento in immobili pubblici, da parte di società private o pubblico-private, infatti, è apparsa nei giorni scorsi anche la struttura che, fino al 2005 ha ospitato il carcere femminile di Perugia.

L’ex carcere «La posizione della struttura la rende ideale per la conversione per l’uso come un alloggio o un complesso residenziale. Il complesso immobiliare, proveniente dalla combinazione di due conventi adiacenti e con numerose conversioni ed estensioni fin dai primi anni del XX secolo, ha un piano molto irregolare, con edifici di diverse altezze, e comprende quattro grandi cortili interni» si legge sul sito. Posto tra via Torcoletti, via del Parione e via Cantamerlo e via del Giardino, la proprietà si estende su una superficie totale di 10.862 mq. In termini strutturali, il complesso è in condizioni ragionevoli, ad eccezione del ‘Padiglione Paradiso’, mentre l’interno di tutto il complesso è in uno stato povero o molto povero di riparazione, con finiture molto vecchie e impianti e sistemi fatiscenti.

Odg L’interrogazione fa seguito ad un articolato ordine del giorno, dagli stessi presentato e accantonato dalla maggioranza, in cui si chiedeva di dare nuova priorità alla riqualificazione dell’ex carcere, auspicando anche una procedura di acquisizione, sulla base dei progetti già esistenti che avrebbero garantito la coesistenza di un mix funzionale tra insediamenti di attività economiche, culturali e residenziali. «E’ fondamentale, alla luce di quanto riportato, capire se il Sindaco e la Giunta erano a conoscenza delle intenzioni del Ministero – sostiene la consigliera Borghesi – e come intendono procedere per far sì che il Comune di Perugia possa avere voce in capitolo almeno sulla futura destinazione del complesso visto e considerato che la scheda tecnica di dettaglio classifica la proprietà come residenziale e turistico recettiva ovvero ben lungi dall’idea di luogo di rigenerazione urbana che passa attraverso la promozione di nuove funzioni culturali e l’insediamento di attività economiche».

Capitali stranieri? L’immobile, infatti, era stato oggetto anche di un dettagliato dossier da parte della fondazione PerugiaAssisi2019 in vista della candidatura a capitale europea della cultura. «E’ plausibile pensare, inoltre, che la messa in vendita potrà essere tutt’al più attrattiva per capitali stranieri determinando l’ennesima perdita di un importante patrimonio immobiliare nonché l’ingresso nel nostro tessuto economico-sociale di sensibilità e interessi lontani dalla nostra realtà e dall’idea di città che è opportuno promuovere: il bisogno di una Amministrazione attenta, volitiva, capace di portare e difendere gli interessi della collettività e di imporre interventi sostenibili e funzionali alla valorizzazione del centro storico è, oggi più che mai, una necessità imprescindibile».

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