‘Famiglia dello spaccio’ arrestata a Terni

In manette un uomo, la compagna e il figlio della donna. Una casa popolare di Gabelletta trasformata in superrmarket della droga

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Tre arresti che, uniti ad altri due operati in precedenza, portano il totale a cinque, in un’indagine lunga e complessa che ha permesso di smantellare un vero e proprio supermarket della droga nella città di Terni, specializzato nello spaccio di cocaina, hashish ed eroina.

Il tenente colonnello Petronio (al centro) ed il maggiore Allegretti (a destra)

La droga Il ‘colpo’ – investigativo – è stato messo a segno dai carabinieri del comando provinciale di Terni che hanno sequestrato in totale 500 grammi di hashish, 50 di cocaina ed anche eroina. Nel complesso sono sette le persone denunciate a piede libero e una ventina quelle segnalate in prefettura per il consumo di stupefacenti.

Gli arrestati sono il 37enne Luca Sipala, originario di Siracusa, la compagna Jamila Yahyahou di 46 anni – incensurata – originaria del Marocco e il figlio di quest’ultima, il 23enne Omar El Farouk Rozzanelli. Per tutti e tre è scattata la custodia cautelare in carcere, chiesta dal pm Marco Stramaglia e disposta dal gip Federico Bona Galvagno. I sette denunciati sono quattro cittadini stranieri e tre italiani. Ai tre arrestati vengono contestati i reati di spaccio ed estorsione in concorso. Gli interrogatori di garanzia sono stati fissati per mercoledì pomeriggio, alle ore 15, in carcere.

Famiglia ‘organizzata’ Quella che i carabinieri hanno smascherato è una famiglia ben organizzata nell’attività spaccio: la droga è stata trovata anche nell’appartamento in cui vive – una casa popolare nel quartiere di Gabelletta – e ‘difeso’ anche da tre cani pitbull piuttosto aggressivi che ora sono stati affidati a personale specializzato.

Il tenente Mirco Marcucci

Le indagini L’attività d’indagine è stata portata avanti sia con l’utilizzo di strumenti tecnici (intercettazioni telefoniche, ambientali e riprese video), sia attraverso servizi ‘tradizionali’ di osservazione e pedinamento che hanno consentito di acquisire numerosi riscontri agli spacci avvenuti. Gli indagati cedevano lo stupefacente in varie zone della città, ma soprattutto a casa loro. Le dosi, poi recuperate dai militari nelle auto, nei cassetti degli scooter e negli zaini portati in spalla dagli acquirenti, venivano vendute dai tre arrestati sulla soglia della loro abitazione, protetta anche dalla presenza dei cani, ma anche nei pressi di alcuni locali pubblici del centro storico.

Metodi estorsivi L’attività d’indagine ha consentito di sequestrare non solo varie sostanze stupefacenti, ma anche materiale per la pesatura e per il confezionamento delle dosi. L’attività di riscontro svolta dagli inquirenti ha permesso di appurare in alcuni casi anche la scarsa ‘qualità’ dello stupefacente ceduto, tanto da obbligare il ‘cliente-assuntore’ a ricorrere alle cure mediche, nonché le gravi minacce ed i metodi estorsivi usati dagli indagati per recuperare le somme di denaro provento dello spaccio, consistiti anche nel ‘sequestro preventivo’ dei mezzi di trasporto degli acquirenti.

Tanti clienti Numerosi, di ogni età – non solo giovanissimi – e di ogni ceto sociale i clienti della ‘famiglia-pusher’. Nel corso delle indagini diversi di loro sono stati identificati e segnalati. Particolare la modalità di acquisto della droga, spesso e volentieri ‘a credito’, con la riscossione delle somme attuata dai tre attraverso i già citati metodi estorsivi.

Le difese Il 37enne di origini siciliane è difeso dall’avvocato Massimo Proietti del foro di Terni: «In merito all’interrogatorio di mercoledì – afferma il legale – valuteremo se rispondere o meno. L’ordinanza, piuttosto scarna, non offre particolari elementi per valutare più compiutamente la linea difensiva da tenere. Rimandiamo pertanto qualsiasi valutazione in merito, senza escludere un eventuale ricorso al Riesame se la misura dovesse essere confermata». La 46enne del Marocco e il figlio 23enne sono difesi dall’avvocato Valentino Viali.

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