FarmaciaTerni, approvato il bilancio

‘Via libera’ al documento predisposto dall’azienda: nel 2015 utili per 26 mila euro. Il presidente resta in sella, per ora

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Approvato, ma questo era scontato. Con i soli voti della maggioranza, ma pure questa non è una sorpresa. Il bilancio di FarmaciaTerni – che ha preso il posto dell’Azienda speciale per le farmacie municipali – ha ottenuto il via libera, nel pomeriggio di lunedì, da parte del consiglio comunale ternano. Ma il tema più atteso – e che potrebbe riservare qualche sorpresa – è quello che viene discusso dopo questo voto. Ed è quello relativo alla compatibilità o no del presidente Stefano Mustica con il ruolo di presidente che ricopre.

Il bilancio Prima si è discusso del bilancio di FarmaciaTerni: «Il risultato conseguito è stato sicuramente positivo – ha detto il sindaco Di Girolamo – con un incremento del 4,5%, raggiungendo un fatturato di 11 milioni ed un utile di 26 mila, cifra in assoluto modesta ma indicativa di un andamento virtuoso e che ha dovuto scontare passività sopravvenute per circa 200 mila euro, relative a prima del 2010».

L’utenza Un risultato, ha spiegato il Di Girolamo, «determinato anche dall’incremento esponenziale, circa 16 mila unità, degli utenti che hanno scelto di fare riferimento alle farmacie pubbliche, anche grazie alle nuove tipologie di servizi che sono state messe a disposizione».

La vendita Per il sindaco un altro elemento positivo è stato rappresentato dal fatto che «a differenza di quanto avvenuto in passato, l’azienda partecipata ha percorso la strada della patrimonializzazione, puntando sull’acquisizione di locali (il caso della farmacia che ha trovato posto nel polo Coop di Gabelletta, ndr) nei quali posizionare l’attività». In conclusione del suo intervento, poi, Leopoldo Di Girolamo, ha ricordato che l’intenzione della giunta è quella di «collocare l’azienda sul mercato».

La commissione Sandro Piermatti, presidente della terza commissione, ha ricordato che in commissione il bilancio era stato approvato con cinque voti favorevoli, tutti della maggioranza, mentre Ferranti (FI), De Luca (M5S) e Melasecche (IlT) non hanno partecipato alla votazione.

Opposizioni contrarie Le voci provenienti dall’emiciclo occupato dalle opposizioni hanno, manco a dirlo, formato un coro unanime contro le varie gestioni che si sono succedute al vertice dell’azienda delle farmacie («I farmacisti privati sono tutti ricchi – ha detto Federico Brizi (FI) – mentre le farmacie pubbliche sono povere»), da parte del M5S è anche arrivato l’emendamento – respinto con 19 voti contrari e 6 favorevoli – che avrebbe impegnato la giunta a «conservare la proprietà dell’azienda e, solo per singoli punti, ad indire gare pubbliche per la gestione privata, ma a patto che la proprietà resti pubblica».

La maggioranza Per i partiti di governo ha parlato solo il capogruppo del PD, Andrea Cavicchioli, che ha rivolto essenzialmente un appello ai colleghi di maggioranza a «votare all’unanimità l’approvazione del bilancio (l’impressione è che non si riferisse solo a quello, per la verità, ndr), anche per dare un forte segnale politico».

Il voto In merito all’approvazione del bilancio di FarmaciaTerni, Federico Pasculli (M5S) ha preannunciato il voto contrario del suo gruppo perché «l’atto apre alla svendita di un asset che non potrà essere patrimonializzato come dovrebbe». Stesso orientamento per Enrico Melasecche (IlT) che ha ricordato «gli sprechi milionari causati da gestioni ed amministrazioni legate alla politica, segnate da incompetenza e clientelismi». Alla fine il bilancio è stato approvato con 21 voti favorevoli e 10 contrari e l’atto è stato dichiarato immediatamente eseguibile.

Il vero tema Si è poi passati a discutere della questione più attesa, la proposta di delibera a doppia firma – Orsini (PD) e Bencivenga (Progetto Terni) – che evidenzia l’incompatibilità del presidente di FarmaciaTerni, Stefano Mustica, in ragione del fatto che la moglie di quest’ultimo è dirigente di una delle farmacie che fanno parte dell’azienda: «Non si tratta di un atto ‘ad personam’ – ha detto Valdimiro Orsini illustrando il documento – ma si lega alla necessità di definire in maniera più chiara e dettagliata i criteri che il sindaco dovrà seguire nell’effettuare le nomine all’interno delle ‘controllate’». Un giudizio analogo ha espresso il capogruppo PD Cavicchioli: «Come consiglieri ci occupiamo di stabilire indirizzi generali che riguardano nel nostro caso aziende di dimensioni ridotte dove c’è una certa prossimità fra la dirigenza e il personale. In questo senso l’obiettivo è di definire criteri sempre più chiari e trasparenti e questo dobbiamo farlo in assoluta tranquillità. Se qualcuno non è d’accordo, la strada è quella della magistratura amministrativa, del Tar».

Il dibattito Dopo che il sindaco ha esplicitato la posizione della giunta, si è passati al dibattito e qui sono emerse differenze non di poco conto: tra chi vorrebbe dare una lettura ‘radicale’ dell’eventuale provvedimento – tipo Franco Todini (Il Cammello) – che ha parlato esplicitamente di «incompatibilità» e chi invece – tipo Thomas De Luca (M5S) – punterebbe a far passare il principio di «norma generale di indirizzo». E proprio questa versione, alla fine, è stata ricompresa nell’atto ripresentato dai due consiglieri. La maggioranza ha approvato e Mustica è salvo. Forse.

Seguono aggiornamenti

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