di P.C.
Un ‘viaggio della speranza’ in compagnia dei pendolari sulla tratta fra Sansepolcro e Perugia. Un calvario lungo oltre due ore, con due interscambi fra gomma e rotaia: per due volte i pendolari sono costretti a scendere dal bus per salire sul treno, e viceversa.
Con i pendolari Non solo il tempo, quindi, ma è la logica del servizio a costituire disagio. Lo ha denunciato la Lega Nord con una manifestazione alla stazione Sant’Anna di Perugia, sulla passerella dove fino a sabato i pendolari aspettavano i treni. Ora a Perugia si arriva in pullman da Ponte San Giovanni, con i bus sostitutivi che partono dalla piazzola adiacente. Erano presenti i consiglieri regionali Emanuele Fiorini e Valerio Mancini, che insieme agli attivisti del ‘Carroccio’, hanno viaggiato con i pendolari raccogliendo le loro lamentele.
SANT’ANNA: CHIUDE UN PEZZO DI STORIA
Due cambi ferro/gomma Fra Città di Castello a Umbertide il tratto è chiuso da un anno e mezzo e si viaggia su gomma. Ora anche l’ultimo tratto è chiuso. Quindi i pendolari sono costretti a salire e scendere da treni e pullman per arrivare a Perugia, con disagi e perdite di tempo. E molti di loro si stancheranno e saranno costretti a usare la macchina, con ripercussioni sul traffico e sull’ambiente, oltre che sulle tasche dei cittadini.
IL CONSIGLIERE REGIONALE MANCINI (VIDEO)
Mancini: è mancata la programmazione «Per essere sicuri di arrivare in tempo – dice il consigliere regionale – all’appuntamneto siamo partiti in anticipo: da San Giustino alle 6.45, siamo arrivati alla stazione di Ponte San Giovanni alle 9 meno dieci, percorrendo questa tratta con un tempo di percorrenza maggiore rispetto a quello che occorreva ad inizio secolo. Siamo tornati indietro ad inizio secolo perché in questi anni non si è fatta manutenzione ed ora si è costretti a chiedere la tratta per fare i lavori».
Atti alla Corte dei Conti Mancini annuncia che sulla questione sarà sollecitata la Corte dei Conti: «Paghiamo circa 7mila euro al mese più iva una macchina per fare manutenzione sui binari, ma – ci risulta – non viene utilizzata. Secondo il nostro parere, se ci fosse stata una manutenzione corretta, non si sarebbe stati costretti a chiudere le tratte, lavorando di notte come fanno altrove. Ci dovranno spiegare che fine ha fatto questa macchina».
Audizione con i pendolari «La nostra proposta – aggiunge Emanuele Fiorini, capogruppo in Regione – è avere innanzitutto un’audizione in Regione con l’assessore Chianella e una delegazione di pendolari, che potranno così esporre i loro problemi e magari proporre soluzioni alternative. Visto lo stato di cose, per evitare disagi, durante il periodo di chiusura della tratte, tanto vale fare tutta la tratta su gomma, anziché salire e scendere dai mezzi alle stazioni».
Sconti per i disagi «Proponiamo abbonamenti ridotti per pendolari e studenti, più tratte dirette su gomma, pulizia dei treni e riqualificazione delle stazioni, velocizzare al massimo i lavori, magari operando anche di notte», così si è espresso Riccardo Augusto Marchetti (Lega Nord Città di Castello). Mentre il vicesegretario per l’Umbria Virginio Caparvi ha ricordato che, oltre al servizio pubblico, a complicare la situazione trasporti ci sono i cantieri della E45. Ironica la chiosa di Luca Briziarelli, responsabile aree tematiche: «Due ore e un quarto per 60 chilometri, con il calesse ci vorrebbe di meno».
Tappa per tappa Questo, nel dettaglio, il percorso della delegazione: ore 6.45 partenza dalla stazione di San Giustino, ultimo ‘avamposto’ prima del confine con la Toscana e Sansepolcro. Viaggio con il treno e arrivo alle 7.10 alla stazione di Città di Castello dove è stato effettuato il primo cambio di mezzo. Da lì, in bus fino a Umbertide, con arrivo alle ore 7.50. Ancora cambio di mezzo e di nuovo sul treno fino a Ponte San Giovanni, dove la rappresentanza leghista è arrivata intorno alle 8.40. Nuovo e ultimo cambio per fare in pullman gli ultimi chilometri fino a Sant’Anna, con percorso interno e soste a Piscille (davanti all’Itis Volta) e all’altezza della rotonda Pallotta (fermata leggermente spostata rispetto alla stazione ferroviaria, per consentire al bus di salire più rapidamente verso piazza Partigiani.