Ferranti (FI) su Ast: «Consiglio comunale faccia la propria parte»

Terni – L’ex presidente dell’assemblea invita istituzioni e soprattutto azienda a fare chiarezza nell’interesse del territorio

Condividi questo articolo su

di Francesco Maria Ferranti
Capogruppo Forza Italia – Consiglio comunale di Terni

Il 3 marzo del 2022 si è tenuto il consiglio comunale aperto, da me organizzato, alla presenza di Arvedi, dei sindacati e di tutte le rappresentanze istituzionali, locali, nazionali ed europee. Era il momento dell’arrivo ufficiale del gruppo Arvedi al timone dell’Ast, la realtà industriale più rilevante dell’Umbria e sito strategico per la produzione di acciaio inossidabile per tutta l’Italia.

In quell’occasione si parlò di presentare quanto prima un Accordo di programma e un consequenziale piano industriale che potessero rappresentare elementi di certezza per la tutela dell’azienda, dei lavoratori, delle ditte terze che operano nell’indotto e in particolar modo per il territorio e la sua programmazione amministrativa in ambiti strategici quali le infrastrutture, le politiche energetiche e le politiche ambientali.

Ad oggi, dopo l’incontro in Regione del febbraio 2023 responsabilmente organizzato dalla presidente Tesei, alla presenza dei sindacati e delle istituzioni, nel quale si annunciò un’ufficializzazione in tempi rapidi dell’Accordo di programma e quindi di un piano industriale che mirasse al potenziamento dell’azienda, nulla è stato fatto.

Desta pertanto motivo di preoccupazione, che non può essere sottaciuto, il fatto che all’incontro del 16 ottobre alla presenza del sindaco di Terni e della presidente della Regione, richiesto dai sindacati e prontamente convocato dalla Regione, non vi fosse la rappresentanza della proprietà di Ast a fornire delucidazioni e rassicurazioni. Ad oggi né il Comune capoluogo né la Regione dell’Umbria, né le sigle sindacali hanno documentazioni concrete da valutare propositivamente in merito all’Accordo di programma e al piano industriale e quindi non vi sono certezze sulle partite focali sulle quali questi dovranno essere redatti, ovvero: infrastrutture, energia, politiche e misure ambientali.

Questa situazione genera incertezze che si ripercuote sulle attività industriali di Ast, sulla produttività dell’industria ed ha ricadute sui livelli occupazionali, in un territorio ove non è possibile sostenere un ulteriore depotenziamento. Diviene a questo punto fondamentale, dopo 20 mesi, riportare la vicenda nel suo complesso all’interno di un cronoprogramma certo, attenzionato e garantito nei suoi passaggi dal tavolo del Ministero per il made in Italy. Una nuova convocazione del tavolo al Ministero per far ripartire un’interlocuzione fattiva con il gruppo Arvedi, alla presenza anche della Regione, dei sindacati e del Comune è il percorso irrinunciabile da attivare nell’immediato.

Non può non essere evidenziato come vi siano alcuni segnali, probabilmente generati dalla situazione di incertezza che destino preoccupazione: dipendenti che si dimettono volontariamente soprattutto nelle categorie operai ed impiegati; problematiche che permangono nei rapporti con le ditte terze del territorio; la TCT che difatti ha chiuso con tutti i dipendenti in cassa integrazione a zero ore sino al 31 dicembre 24, con le conseguenti ripercussioni su tutta la funzionalità del settore tubificio; la produzione di Ast che nel 2023 si attesterà sotto il milione di tonnellate (limite che era ritenuto come livello minimo per garantire lo stato di salute dell’azienda).

Ritengo indispensabile che il consiglio comunale sia protagonista nell’azione di stimolo e sollecito, volta alla conclusione rapida di questa fase di incertezza e criticità. In tal senso presenterò un atto di indirizzo al consiglio comunale che vorrà impegnare il sindaco di Terni ad attivarsi per una riapertura immediata del tavolo al Ministero del made in Italy, con tutte le istituzioni locali e le sigle sindacali, al fine di riprendere con il gruppo Arvedi quel percorso virtuoso annunciato nel consiglio comunale aperto del 3 marzo 2022, uscire dall’attuale stallo e addivenire ad una rapida presentazione dell’Accordo di programma e di un piano industriale utile alla crescita integrata dell’azienda e del territorio.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli