Frodi informatiche e truffe finanziarie: l’indagine umbra fa scattare sei arresti

Acquisivano i dati bancari delle vittime per prelevare dai conti correnti. Contraevano prestiti con documenti falsi. Intermediari decisivi

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Un’associazione per delinquere, operativa in tutta Italia, finalizzata al compimento di frodi informatiche, all’utilizzo indebito di carte di credito e truffe finanziarie. È stata scoperta dalla procura della Repubblica di Perugia che ha chiesto ed ottenuto dal gip l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare, eseguita giovedì mattina da polizia di Stato e carabinieri. Sei le persone arrestate – tre in carcere e tre ai domiciliari – mentre altre tre sono state sottoposte all’obbligo di firma.

Secondo quanto ricostruito dagli inquitenti, le truffe venivano realizzate attraverso l’utilizzo di sistemi informatici (cosiddetto ‘phishing’) e i componenti l’associazione – inviando sms (smishing) o tramite chiamate al telefono (vishing) – ‘agganciavano’ le vittime spacciandosi per operatori bancari. L’obiettivo era quello di farsi consegnare i codici autorizzativi per eseguire prelievi e veicolare la somma nei vari sportelli Atm distribuiti sul territorio.

Per garantirsi l’anonimato e rendere difficile il loro rintraccio, i presunti truffatori – attraverso intermediari (money mules) a cui veniva poi riconosciuta una commissione – sempre tramite sportelli Atm trasferivano il denaro su altri conti correnti gestiti dai componenti l’associazione per delinquere.

L’inizio dell’indagine è legato ad una denuncia per estorsione che, in realtà, nient’altro era che una frode informatica in cui la vittima credeva di interfacciarsi con siti web istituzionali e, per questo, indotta a comunicare le proprie credenziali di accesso ai dati bancari.

Centrale nel contesto del gruppo criminale, l’azione degli intermediari – o ‘gregari’ – che avevano il compito di aprire conti correnti a loro nome, su cui venivano fatti confluire i proventi delle attività illecite, poi messi a disposizione degli altri membri del sodalizio. Gli stessi intermediari, usando documenti falsi, sottoscrivevano anche finanziamenti con banche o società finanziarie, destinati a rimanere insoluti.

Per dare un’idea del ‘giro’, nel solo mese di maggio del 2021 il gruppo era riuscito a mettersi in tasca circa 100 mila euro, oltre a 130 mila euro derivanti dalle truffe ‘finanziarie’, come le richieste di prestiti o l’acquisto di auto e altri beni tramite finanziamenti e richieste di prestiti. All’operazione, condotta da polizia di Stato e Arma dei carabinieri, ha collaborato la polizia Postale di Umbria, Veneto, Campania e Sardegna.

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