Fu ucciso da Brigate Rosse, ricordato Lanari

Spoleto, il 14 febbraio 1987 gli fu tolta la vita con un agguato a Roma durante un servizio di scorta: cerimonia per commemorare l’assistente della polizia di Stato

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L’assistente della polizia di Stato Rolando Lanari fu ucciso durante il servizio il 14 febbraio 1987, con un agguato in via dei Prati di Papa a Roma mentre scortava un portavalori delle poste. A compiere il vile gesto le Brigate Rosse: lunedì mattina, nell’istituto per sovrintendenti della polizia di Stato di Spoleto a lui intitolata, c’è stata la cerimonia di commemorazione.

All’istituto spoletino diretto dal primo dirigente della polizia di Stato Maria Teresa Panone erano presenti la signora Vergari Lanari, il questore della provincia di Perugia Giuseppe Bisogno, il cappellano don Jozef Gercak, autorità locali, una delegazione dell’Anps di Spoleto e lo schieramento composto dai frequentatori del 9° corso ispettori. La cerimonia ha preso il via con la deposizione di una corona presso il monumento dedicato alla memoria di Rolando Lanari, quindi è svolta la santa messa in suffragio nell’auditorium dell’istituto da parte del vicario generale dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia. Nella circostanza si è tenuta anche la cerimonia di nomina del nuovo Cappellano dell’istituto, don Mirco Boschi.

La lettera della Giusti

Al termine della santa messa vi è stato poi un particolare momento di vicinanza espresso dall’istituto nei confronti della signora Vergari Lanari, con la lettura di tre testimonianze di altrettanti frequentatori del 9° corso Ispettori che, a diverso titolo, avevano partecipato o vissuto il sacrificio degli agenti Rolando Lanari e Giuseppe Scravaglieri nell’eccidio di via Prati di Papa. L’allievo vice ispettore Maria Pia Giusti – all’epoca ventenne – spontaneamente decise di scrivere di mano propria una lettera all’allora capo della polizia, prefetto Vincenzo Parisi, nella quale nell’esprimere il suo cordoglio e rabbia per la morte dei due giovani agenti, sottolineava l’esempio e la fonte d’ispirazione tratta da quell’episodio per una futura speranza di indossare la divisa della Polizia di Stato. Lettera a cui fece seguito una risposta di apprezzamento dell’allora capo della polizia.

La risposta del capo della polizia di Stato

Le altre lettere Stesso discorso per l’allievo vice ispettore Mina Cennamo, frequentatrice del corso ispetto nella scuola di Nettuno: la sua missiva è stata letta da una frequentratice di Spoleto – all’epoca dei fatti 16enne, si trovava a pochi metri dalla zona dell’agguato – che fu ripresa in diretta dal tg regionale. Infine l’allievo vice ispettore Roberto Bruno, anch’egli frequentatore del corso ispettori alla scuola di Nettuno, ha fatto pervenire una lettera in cui racconta di una tragica coincidenza: suo padre Gaetano Bruno avrebbe dovuto effettuare quel giorno l’itinerario di scorta al furgone postale al posto di Rolando Lanari e si erano accordati per un cambio itinerario.

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