Gualdo Tadino, Tagina: «Agitazione sospesa»

Nuovo presidio nella giornata di venerdì. Framarini (Femca Cisl) e Angeli (Filctem Cgil): «Il risultato scaturito dal CdA aziendale è considerato utile da sindacati e maestranze»

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Hanno dato vita ad un presidio, venerdì, i lavoratori della Tagina dopo l’ennesimo rinvio della trattativa con i possibili acquirenti. Le organizzazioni sindacali, Filctem Cgil e Femca Cisl hanno organizzato un picchetto di fronte agli uffici della stessa azienda di Gualdo Tadino. «Ad aggravare la situazione – spiega la Filctem Cgil – c’è il mancato pagamento della mensilità di novembre e della tredicesima. I lavoratori esasperati dall’incertezza del loro futuro e dalle difficoltà economiche non possono più aspettare». Sulla vicenda interviene il segretario regionale della Femca Cisl, Fabrizio Framarini. Che, sabato mattina, annuncerà – insieme a Euro Angeli della Filctem Cgil – la sospensione dello stato di agitazione in seguito al CdA dell’azienda

Fabrizio Framarini

di Fabrizio Framarini
Segretario generale della Femca Cisl Umbria

La trattativa o come detto da qualche esponente aziendale, le trattative, per la cessione della storica azienda Tagina di Gualdo Tadino avranno mai un lieto fine? Oppure l’epilogo, ad ogni ora che passa, avrà risvolti sempre più drammatici?

Iniziata infatti ben oltre un anno fa con l’annuncio congiunto da parte del gruppo Cerit (con la regia del fondo di investimenti Mandarin) e dall’azienda stessa, la trattativa per la cessione di Tagina si sarebbe dovuta concludere nel corso del 2017 ed avrebbe visto l’inserimento dell’azienda umbra in un cluster di aziende ceramiche che ne avrebbe permesso l’internazionalizzazione.

Ad oltre un anno di distanza il gruppo ed il relativo fondo non ci sono più, la situazione di Tagina però è andata via via deteriorandosi e in extremis, siamo venuti a conoscenza ai primi di Dicembre, dell’avvio di una nuova trattativa con un importante gruppo ceramico sassuolese.

Nel frattempo ad aggravare la situazione ci hanno pensato i ritardi nel pagamento dello stipendio e della tredicesima mensilità che i lavoratori ancora oggi stanno attendendo. La sensazione che si fa via via più certezza tra i lavoratori è quella di un certo dilettantismo nel condurre le trattative.

Tutti sappiamo bene che le trattative per la cessione di un azienda non sono mai facili e soprattutto che non possono essere condotte nella pubblica piazza, ma qualcosa comunque qui non torna.

In una situazione difficile quale quella in cui versa Tagina oggi, non ci si può permettere di giocare a carte coperte – Le cose sono due; o la proprietà è realmente in cerca di un compratore serio che garantisca un futuro ai lavoratori, oppure si sta ciurlando nel manico e l’obiettivo che hanno in mente i soci è un altro.

In questo quadro poi è da registrare, tra le altre cose, il vuoto pneumatico causato dalla totale assenza di Confindustria che non è mai stata presente ai pochi tavoli organizzati presso la Regione Umbria; Regione peraltro che dopo un iniziale sforzo, in assenza di strumenti tecnico/finanziari può a quanto pare, fare ben poco in questa situazione.

In termini politici invece una riflessione più approfondita su un area quale quella della dorsale appenninica andrà invece fatta perché il rischio di perdere Tagina, dopo le vicende Merloni e Industrie Ilpea, getterebbero questa parte di territorio umbro in una crisi che già oggi definire irreversibile non è per nulla irrealistico.

 

Aggiornamento del 23 dicembre
di Euro Angeli e Fabrizio Framarini, Filctem Cgil e Femca Cisl

Nella tarda serata di venerdì, dopo una lunga attesa, il risultato scaturito da un lungo CdA dell’azienda è stato considerato utile dalle sigle sindacali e le maestranze per sospendere lo stato di agitazione iniziato nella mattinata. Lavoratori e sindacati restano ora in attesa di riscontri positivi rispetto al prossimo incontro con Gambini Group S.p.a

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