Procurato allarme, rapina, maltrattamenti in famiglia e percosse: con queste accuse è stato deferito all’autorità giudiziaria il trentenne cittadino albanese, irregolare sul territorio nazionale, che nella serata di martedì ha creato il panico in via Fonti Coperte, a Perugia.
All’inizio si pensava ci fosse un uomo armato barricato in casa: c’era chi riferiva di aver sentito esplodere dei colpi d’arma da fuoco e che c’era una donna imbavagliata e legata in un appartamento, tanto che è intervenuto personale dell’aliquota di pronto intervento (per i controlli antiterrorismo), è stata chiusa la strada ed è stata interrotta l’erogazione di luce e gas. I carabinieri hanno fatto irruzione insieme ai vigili del fuoco sfondando la porta, non trovando nessuno.
Individuato l’uomo che aveva denunciato, questi ha provato a scappare ma è stato preso. Ulteriori accertamenti investigativi hanno permesso di ricostruire quello che i carabinieri definiscono ‘un eterogeneo quadro accusatorio’, aggravato da una serie di ipotesi delittuose al vaglio della magistratura perugina: è emerso che nell’ultimo periodo l’uomo si sarebbe reso responsabile di reiterate violenze psico-fisiche nei confronti dell’ex compagna, tali da indurla a temere per la propria incolumità.
L’escalation di violenza è culminata, nel pomeriggio di lunedì quando, al termine di un diverbio, l’uomo avrebbe colpito con un calcio la donna, sottraendole anche 500 euro: tale circostanza è stata riferita poi in un secondo momento dalla donna che, al termine delle formalità di rito, è stata trasferita presso un’altra dimora mentre l’uomo è stato portato
a Bari per il rimpatrio.