Amelia: in viaggio sul bacino del Rio Grande – Foto e video

Montagne Misteriose ci porta in uno dei luoghi più affascinanti del territorio Ternano

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di Montagne Misteriose

Una tradizione antica riporta la notizia che Amelia sia una delle più antiche città dell’Umbria facendo risalire la fondazione al XII sec. a.C. ad opera del mitico re fondatore Ameroe ma le prime tracce archeologiche rinvenute si possono datare al VI sec. a.C.

Fondamentale per questa ipotesi sono le mura ciclopiche poligonali. La città di Amelia è difesa a nord da uno sperone roccioso, è quasi per intero inanellata da possenti ed antichissime mura poligonali. Quest’opera monumentale è eccezionale per estensione. Le mura pre romane le più antiche si trovano all’interno del centro storico tra il Teatro Sociale e la porta della Valle dove esisteva un perimetro più interno databile al VII – VI secolo avanti Cristo.

Il Rio Grande è un torrente tributario della sinistra idrogeografica del Tevere che ha origine da due vasti bacini idrografici a destra e sinistra del monte Piglio: il bacino di destra è a sua volta biforcato traendo origine a destra dal monte Croce di Serra. Il bacino del Rio Grande è incastonato nel complesso dei Monti Amerini di cui è necessaria fonte di biodiversità vegetale e animale.

Lungo il corso del Rio Grande nei pressi di Amelia esistono due sbarramenti: la Para di monte e il Ponte Grande di valle che insieme hanno garantito per secoli alla città una fondamentale risorsa idrica, che infatti, oltre a irrigare orti e giardini presenti sulle sponde del torrente, ha alimentato ben cinque mulini a valle, abbandonati solo nel secondo dopoguerra e visibili ancora oggi in gran parte sotto forma di ruderi.

I mulini del Rio Grande nei pressi di Amelia erano cinque: il primo appena visibile sotto la diga del Lago Vecchio a sinistra di essa con la sorgente alle spalle; il secondo sempre a sinistra appena sotto il ponte dei Finestroni; il terzo più o meno sotto lo Scoglio dell’Aquilone sempre a sinistra; il quarto, ristrutturato ad abitazione, adiacente al ponte di Orgamazza, a destra; il quinto è quello della Gioiosa anch’esso ristrutturato, sulla sinistra.

A dispetto di una tradizione che fa risalire entrambi i manufatti all’epoca imperiale, va precisato che a oggi non sono state fatte indagini archeologiche che possano testimoniare un uso analogo degli sbarramenti sul Rio Grande in epoca romana, ma i ritrovamenti archeologici più recenti nel territorio amerino, ad esempio la necropoli Pantanelli fuori Porta Romana, il santuario di Iside in località San Pancrazio, uniti alle fonti letterarie come la celebre orazione di Cicerone in difesa del ricco cittadino di Ameria Sesto Roscio, consentono di confermare l’importanza del territorio di Ameria, già noto all’epoca per la sua fiorente attività agricola e si può supporre pertanto uno sfruttamento delle acque del Rio Grande già in età antica. Per ora, ed oggi, il nostro viaggio si conclude qui, tra il fascino delle rovine dei mulini del Rio Grande e le sue storie rimaste sospese nel tempo da questo armonioso torrente quasi magico.


MONTAGNE MISTERIOSE E IL BACINO DEL RIO GRANDE DI AMELIA – IL VIDEO

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IL BACINO DEL RIO GRANDE DI AMELIA – LE FOTO DI MONTAGNE MISTERIOSE

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